Parcheggi più cari di una mammografia

Parcheggi dell'ospedale più cari che in via Veneto. Il ticket della sosta in alcuni casi è superiore a quello sanitario: «Con le mie agevolazioni ho pagato la mammografia 7,50 euro – dice Carolina – di parcheggio al Gemelli quasi 9». Un'assurdità, probabilmente favorita dal fatto che, in materia, non esistono disposizioni che impongano alle varie strutture tetti massimi di spesa. Così ogni nosocomio si appoggia a gestori che stabiliscono tariffari e regole differenti. Tutti parcheggi «sorvegliati ma non custoditi», dove per pochi minuti di sosta si paga il prezzo di due ore, ovvero 2 euro; dove se si smarrisce il biglietto si è costretti a sborsarne fino a 30; dove le macchinette automatiche elargiscono resti fino a 20 euro; dove la distinzione tra feriale e festivo non esiste. L'ultimo ad essersi «convertito» al trend è il Sant'Andrea, in via di Grottarossa. La sosta gratuita diventa quindi eccezione, è il caso del Sandro Pertini, sulla Tiburtina. Maglia nera, come anticipato, al Gemelli. I primi 30 minuti gratis si pagano cari a partire dal 31esimo: 3 euro per la prima ora, 6 fino alla terza, 15 il giornaliero. Come termine di paragone, basti dire che, dal centro storico a Trastevere, la sosta di 8 ore, ovvero il giornaliero, si attesta in genere sui 4 euro. Tutti, pazienti e visitatori, si lamentano: «Non c'è alternativa – allarga le braccia Grazia – fuori, in strada, ci sono gli ausiliari che fanno un sacco di multe». Gemelli maglia nera ma in buona compagnia. Se infatti gli altri nosocomi della Capitale stanno applicando tariffe più basse, alcune «defezioni» sono evidenti. Al Sant'Andrea, per esempio, dove i pazienti sfuggono il costo del biglietto (prima ora o frazione di ora 1,20 euro, 30 euro in caso di smarrimento del ticket) invadendo corsie stradali e rotonde, la fila di macchine raggiunge la rampa del Gra. Si attrezzano per raccogliere il malcontento i privati proprietari dei terreni limitrofi, come quelli del campo sportivo prospiciente l'ospedale: «Da noi è meno caro, solo 3 euro tutto il giorno». Qui, tantissime auto, nessuna ricevuta. Continuando il viaggio per ospedali, si spende poi al Villa San Pietro, sulla Cassia, 2 euro le prime due ore e 1 euro quelle successive, ed al San Camillo, 1,50 le prime due ore, 1 euro le successive. Singolare il caso del San Filippo Neri, qui pagano oltre alle auto (1 euro ogni ora o frazione di ora, 50 centesimi per le successive) anche i motorini (70 centesimi anche per pochi minuti). A conti fatti conviene dunque sostare negli ospedali che non dispongono di parcheggio, e cioè in strada, dove le tariffe risultano più calmierate, come al Policlinico Umberto I e al San Giovanni: qui, oltre agli spazi adibiti alla sosta con disco orario, gratuita per 3 ore, il ticket giornaliero scende infatti a 20 centesimi per 15 minuti, 1 euro per un'ora e 4 euro giornalieri, importo questo che si alterna al disco orario di 3 ore.   Unica costante che si trascina di ospedale in ospedale, il disappunto di pazienti e famigliari: che si tratti di tariffe esose o «accettabili», opinione comune è che la sosta dovrebbe essere gratuita: «Le persone non vengono qui per divertirsi – parla di ingiustizia Marinella – ma per farsi curare. Passi il fatto che chiedano qualcosa per l'ingresso, ma almeno che non applichino cifre astronomiche». Insiste anche Carolina dal Gemelli: «Due anziani, magari in pensione, costretti a trascorrere in ospedale più di un giorno a settimana, come fanno? La struttura è privata ma non dà alternative, fuori dai cancelli è tutto un divieto di sosta». «Usanza» mal digerita anche da parenti di altri paesi: «Io vengo da Salerno per fare visita ad un famigliare – è sorpreso Salvatore – e non mi era mai capitato di mettere 20 euro in una macchinetta per poche ore». A Roma, come documentato, sta invece diventando la norma.   In conclusione, ed è del resto comprensibile, tutti bocciano il caro-sosta. Anche perché, fa notare Cinzia, all'obolo non corrisponde servizio. Nonostante la maggior parte delle aree adibite alla sosta sia infatti fornita di un sistema di videosorveglianza, specie in prossimità delle colonnine di pagamento, diversi gestori declinano ogni responsabilità circa atti vandalici o furti. «Sorvegliati ma non custoditi»: si legge su un cartello, ben in mostra, a Villa San Pietro. Come dire se vi rubano la macchina la colpa è vostra.