Caso sospetto di mucca pazza all'Umberto I
e.Ieri pomeriggio è rimbalzata la notizia che al Policlinico Umberto I un paziente di 77 anni deceduto lunedì scorso mentre era ricoverato a Medicina II fosse affetto da encefalopatia cronica degenerativa prionica, cioè il morbo della mucca pazza. La diagnosi, però, deve essere confermata. E dunque dal reparto di gastroenterologia dell'Umberto I è partita la richiesta di un esame autoptico che sarà eseguito all'ospedale Spallanzani dove c'è una sala settoria, di livello 3, che confermerà (o meno) la diagnosi. Infatti da fonti interne all'Umberto I si è appreso che la famiglia dell'anziano avrebbe fatto un esposto alla Procura e che proprio ieri la cartella clinica del paziente sarebbe stata sequestrata. Ecco perché è scaturita la richiesta dell'autopsia. Il ministro della Salute Ferruccio Fazio, interpellato sulla vicenda ha tranquillizzato i cronisti: «Ad oggi non risultano evidenze di un nuovo caso di mucca pazza. Ho chiesto informazioni e mi risulta un paziente deceduto nei giorni scorsi a cui è stata fatta una rachicentesi. Finora non ci sono evidenze nè di mucca pazza e nemmeno della variante Creutzfeldt-Jakob. In ogni caso c'è un contenzioso tra i parenti e il policlinico di cui si sta occupando la magistratura». I dubbi, dicevamo, potranno essere sciolti solo dall'esame autoptico. Perché la rachicentesi, o puntura lombare che comporta l'introduzione di un ago spinale nello spazio sub-aracnoideo della colonna vertebrale, per l'estrazione del liquido cerebrospinale non è sufficiente a completare la diagnosi mentre sarebbe stato possibile con una biopsia cerebrale. La Bse (encefalite spongiforme bovina), o morbo della mucca pazza è una malattia dei bovini causata da un prione che rimane latente a lungo (da quattro a sei anni) prima di manifestarsi con aggressività, alterazioni dell'andatura e calo di peso. Il prione si accumula nel sistema nervoso (cervello e midollo spinale). La malattia venne individuata per la prima volta in Gran Bretagna nel 1985. In genere la malattia non si manifesta prima dei venti mesi di vita del bovino. Dalla carne dei bovini (soprattutto dall'intestino tenue, midollo spinale, linfonodi, tonsille, occhi e cervello) sembra possa trasmettersi all'uomo in quella che erroneamente viene chiamata «variante del morbo di Creutzfeldt-Jakob», il morbo che ha come unico punto in comune con la Bse il fatto di essere causato dallo stesso agente patogeno, il prione. I primi casi umani si sono registrati sempre in Gran Bretagna nel 1994. La malattia non viene trasmessa all'uomo semplicemente mangiando carne infetta: deve esserci infatti una predisposizione genetica e il 62% della popolazione è immune dal contagio. Un caso sospetto di Creutzfeldt-Jacob è stato registrato un mese fa in un anziano di 78 anni deceduto all'ospedale di Reggio Emilia. A seguito di quest'allarme la Coldiretti ha fatto sapere che da noi «la carne è sicura e la mucca pazza è praticamente scomparsa dagli allevamenti grazie alle misure di prevenzione adottate dall'inizio dell'emergenza e cioè nel 2001».