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Assaltano il furgone blindato

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e fuggono con mezzo milione Gli artificieri trovano una falsh & bang, ordigno delle forze speciali

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Messoa segno in pochi minuti. E fruttato mezzo milione di euro. Sono le otto del mattino quando in via Cesare Pavese, all'Eur, arriva un furgone blindato della società Delta Valori. Nel caveau, chiuso a chiave, c'è quasi un milione di euro da consegnare alla Banca Popolare di Sondrio. In tre lo presidiano. Sono tre guardie giurate. Una è alla guida, le altre due, armate, si occupano di tenere al sicuro i soldi. Il furgone si ferma in doppia fila. Scendono i due. Ma non vanno subito in banca. Passano davanti alla farmacia della strada e si dirigono verso il bar «Il Tempio del Caffè» per fare colazione. Attimi fatali. È proprio in quegli istanti che sbucano dal nulla due motorini con a bordo quattro persone. In un attimo mettono il cavalletto e sono addosso alle due guardie giurate. Sono quattro banditi a volto coperto. Aggrediscono gli uomini in divisa. Gli puntano le pistole in faccia e ne disarmano uno. Poi, senza la minima percossa ma decisi come veri professionisti, intimano di consegnare le chiavi del furgone minacciando di ucciderli. Le guardie giurate non fanno resistenza. I criminali prendono il mazzo e vanno verso il furgone. All'interno, l'autista che era rimasto al volante, viene assalito. Aggredito. Ferito. Colpito al volto da un pugno. Non può fare nulla. La porta del blindato è ormai aperta. I rapinatori devono fare in fretta. Prelevano circa 500 mila euro. Lasciano gli spiccioli. Poi, prima di sparire col malloppo tra le vie dell'Eur svicolando con i due motorini, i quattro lasciano un pacchetto sul parabrezza del portavalori. Forse è una bomba. Le tre guardie giurate, finalmente, riescono a dare l'allarme alla centrale. E si allontanano dal furgone. Sul posto arrivano i carabinieri del nucleo investigativo comandati dal cononnello Lorenzo Sabatino. Subito dopo gli artificieri per mettere le mani sul possibile ordigno. La zona viene isolata, recintata. Restano solo gli esperti che aprono il pacchetto. Dentro c'è una «flash & bang». È una bomba stordente. Un dispositivo diversivo, rumoroso e luminoso utilizzato per confondere, disorientare o distrarre una potenziale minaccia. Nel momento in cui viene innescata dura poco più di un minuto, ma permette a chi la usa di creare un efficace diversivo. Emette un lampo luminoso che attiva momentaneamente tutte le cellule fotosensibili della retina, rendendo la visione impossibile per alcuni secondi fino a che il cervello non riporta la retina al suo stato originale non stimolato. Oltre all'intensa luce emette un boato che stordisce contemporaneamente anche l'udito. Queste bombe furono inizialmente progettate per i Sas inglesi e le forze speciali degli Swat di Los Angeles le rilasciano davanti alle porte prima di iniziare un'operazione dentro un'abitazione. Di solito, in Italia, la «flash & bang» viene utilizzata dai corpi speciali delle forze dell'ordine quando effettuano blitz o irruzioni. Per fortuna l'ordigno lasciato dai quattro era esploso in precedenza. In ogni caso, per come è concepito, non avrebbe comunque causato danni fisici. Quello dei banditi, dunque, era un diversivo per aumentare le possibilità di una fuga indisturbata. Il nucleo investigativo dei carabinieri, per ora, non esclude alcuna ipotesi sull'identità dei quattro rapinatori e le ricerche continuano in queste ore senza sosta. Di sicuro si sa che sono italiani ed erano a volto coperto. Che, solitamente, i colpi ai portavalori sono effettuati da professionisti che studiano un piano preciso prima di entrare in azione. Probabilmente quel furgone della Delta Valori in via Pavese era nel mirino dei malviventi da molto tempo.

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