Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Piazza Navona Fontana di Trevi Ora è vietato manifestare

default_image

  • a
  • a
  • a

Adeciderlo un'ordinanza del sindaco Alemanno per tutelare il patrimonio monumentale della Capitale. Ed è proprio la splendida piazza barocca del Bernini a trasformarsi, suo malgrado, nell'oggetto di una polemica politica che ha coinvolto persino il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Negli ultimi tempi piazza Navona è diventata la location preferita per le manifestazioni di centrosinistra e sindacati e per questo al divieto del sindaco è stata data sin da subito una lettura squisitamente politica. «Se questa scelta ha un periodo limitato e serve a mettere al riparo i monumenti, io sono sempre stata favorevole alla cultura; se invece si sostiene che non c'è diritto a manifestare e la difesa dei monumenti viene usato come alibi, si mettano al riparo i monumenti - ha detto la Camusso - Ma come si è visto per Termini Imerese c'è un'idea del sindaco di vietare le manifestazioni». Mentre il segretario generale della Uil di Roma e Lazio, Luigi Scardaone, chiede perché «a piazza Navona i mercati si possono fare e le manifestazioni no, nonostante i primi attirano migliaia di persone come e più delle manifestazioni». L'ordinanza di Alemanno, tuttavia ha buon senso. Il patrimonio artistico della Capitale, così come nel resto d'Italia, merita un rispetto diverso e superiore. In ogni altra parte del mondo l'idea di manifestare in luoghi simili non sarebbe neanche presa in considerazione. A Roma luoghi dove poter esprimere liberamente la propria opinione non mancano, basta pensare al Circo Massimo. E su questa linea l'ordinanza del sindaco su piazza Navona e Fontana di Trevi è sin troppo limitata. Il punto è un altro. Piazza Navona non è un simbolo di un partito, non ha bandiere politiche, è semplicemente patrimonio dell'umanità. La sua "geografia" tuttavia consente di avere sempre l'effetto «pieno» anche quando non è così, e di raggiungere facilmente punti nevralgici del "potere", come Palazzo Madama e Montecitorio. Una «comodità» che però non è più ammissibile. Il prezzo da pagare è davvero troppo alto. La strumentalizzazione dei sindacati, che hanno giurato "vendetta" all'ordinanza affossando definitivamente il confronto sulle modifiche al protocollo dei cortei nella Capitale, cade semplicemente alzando lo sguardo verso i gioielli di Fontana di Trevi e piazza Navona. Cortei, proteste e sit-in dovrebbero avere un'eco a prescindere da dove si svolgono. Altrimenti sarebbe meglio scegliere un set cinematografico. Sus. Nov.

Dai blog