Bimbi con documenti falsi L'ombra delle adozioni illegali
Banda accusata di immigrazione clandestina: otto arresti
Dall'Africaal Regno Unito, alla Svezia e al Canada. Passando sempre per l'Italia. Un viaggio che costava quindicimila euro a «passeggero». Un giro di minori, e non solo, che è stato interrotto dai carabinieri del Gruppo Roma, che hanno arrestato otto persone, tra italiani, eritrei, somali e nigeriani. Tutti, secondo i militari, procuravano documenti falsi a chi voleva raggiungere, passando per il Belpaese, il Nord Europa e il Nord America. E la centrale della falsificazione si trovava proprio nella Capitale, a due passi dalla stazione Termini, in un ristorante in via Milazzo, sequestrato dagli investigatori su richiesta del magisrato Leonardo Frisani. Gli inquirenti, durante le perquisizioni, hanno scoperto centinaia di fototessera di minori, che non è escluso che possano essere stati utilizzati per adozioni illegali in giro per il mondo. E nella peggiore delle ipotesi per traffico di organi. Tutto ciò, comunque, deve essere ancora accertato dagli investigatori, che stanno esaminando il materiale sequestrato nel corso di 22 perquisizioni, tra case, ristoranti, bar e agenzie di viaggi. L'inchiesta ha preso il via quando la polizia di frontiera ha scoperto che una donna stava utilizzando documenti falsi per partire. A quel punto ha preso il via l'indagine della procura e dei carabinieri della stazione Porta Cavalleggeri, denominata «Piccoli angeli», che ha portato anche all'iscrizione sul registro degli indagati di 27 soggetti, accusati di associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina. Nei guai anche alcuni italiani che, contattati dall'organizzazione che aveva a capo l'eritreo Tesfai, hanno accettato di sposarsi con cittadine di Paesi africani. Logicamente usando documenti falsi, compreso l'atto di matrimonio. In un caso un uomo risultava che era convolato a nozze ben quattro volte. Non è escluso che i pm decidano di rendere pubbliche le foto dei minori per tentare di rintracciare i veri genitori dei bambini. In Italia, infatti, arrivavano sempre con persone che si spacciavano parenti dei minori. All'estero, infine, non si sa cosa accade ai minorenni. Per le indagini potrebbe essere contattata anche l'Interpol.