Picchia la precaria nello sgabuzzino Arrestata commerciante di intimo
Ha picchiato per 45 minuti la sua commessa. Poi, dichiarando la sua devozione a Benito Mussolini, l'ha rinchiusa nello sgabuzzino del negozio. E l'ha costretta a firmare la lettera di dimissioni. Per questo Vera Emilio, la titolare del punto vendita di intimo «Tezenis», al centro commerciale Porta di Roma, si trova agli arresti domiciliari. La sua vittima è Sara, una ragazza di 27 anni assunta dalla stessa Emilio nel novembre del 2010. La titolare fa firmare alla neo-dipendente un contratto a tempo determinato da 800 euro al mese che scade il 28 febbraio 2011. Sara lavora sodo. Fa anche più di ciò che è stabilito negli accordi. Serve i clienti oltre l'orario ordinario. Ma quando apre la sua prima busta paga nota che mancano i soldi degli straordinari. E va dalla titolare del negozio per verificare l'errore. Ma per la Emilio non c'è alcuna anomalia. Quello che è scritto, le spetta. Sara non ci sta e tra le due comincia un'accesa discussione. La Emilio non cede e, giorno dopo giorno, sembra convincersi che la sua giovane dipendente potrebbe diventare un peso. Così, racconta Sara nella sua denuncia ai carabinieri, la titolare prova a chiederle le dimissioni. Vuole mandarla via. Ma lei non ci sta. Ha un contratto, vuole lavorare e se è al negozio più ore pretende il pagamento degli straordinari. Tra le due i nervi sono tesissimi. La Emilio, 38 anni incensurata, sposata e con due figli piccoli, a dicembre si fa sempre più pressante. Passa alle minacce. Poi agli insulti. Fino al giorno in cui tutto culmina in un'aggressione fisica. Nel negozio di biancheria intima la Emilio spintona Sara. Parte un pugno, poi una serie di manate e ancora pugni. Fino ai calci nello stomaco con la giovane che finisce raggomitolata a terra. Sara inizia a piangere. Dal dolore. E dall'umiliazione. La Emilio è lapidaria: «Non ho compassione nemmeno per i cani, io mi inchino solo davanti al Duce». Poi prende con la forza la dipendente e la trascina nello sgabuzzino. La tiene lì dentro quarantacinque minuti. Parte ancora qualche schiaffo. La titolare pretende la firma della lettera di dimissioni. Alla fine Sara, stremata e con ferite su tutto il corpo (guaribili in non meno di cinque giorni), firma la lettera. Nei giorni a seguire la giovane fa partire la denuncia alla Procura di Roma. La trasmissione Le Iene racconta i fatti in tv. E al centro commerciale Porta di Roma i dipendenti degli altri negozi organizzano sit in di protesta. Proprio le testimonianze oculari delle colleghe di Sara sono decisive. Tre dipendenti del punto vendita raccontano tutto. Poco dopo, dietro richiesta del sostituto procuratore Antonio Calaresu, i carabinieri della compagnia Monte Sacro, guidati dal maggiore Luciano Soligo, fanno scattare le manette per la Emilio. La donna è ai domicialiari in attesa di processo per estorsione e lesioni.