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Walter Rossi, contestata la vicesindaco Belviso

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  Niente corone di fiori, nessuna presenza istituzionale dal Comune di Roma. Gli Amici di Walter Rossi, l'associazione che da anni si batte per avere verità e giustizia sull'omicidio del militante comunista ucciso, a vent'anni, per mano fascista il 30 settembre del 1977, non hanno gradito la presenza della vice sindaco di Roma Sveva Belviso. Accolta da cori a dir poco ostili, Belviso è stata avvicinata da Gigi, coordinatore dell'associazione e amico fraterno di Walter. "Nonostante il nostro comunicato stampa, trasmesso dalle agenzie, in cui spiegavamo la scelta di avere una giornata autogestita in memoria di Walter, quelli del Comune, in maniera provocatoria e tardiva, hanno deciso di deporre una corona", è stata la premessa, e poi: "Le ho spiegato che questa amministrazione ha al suo interno, e all'interno delle municipalizzate, personaggi in grado di rispondere e spiegare quello che è realmente successo a Walter. Lo stesso Alemanno a quel tempo era a capo del Fuan (la federazione dei giovani dell'Msi) e l'assassino di Walter, questo è sicuro, è partito dalla sede dell'Msi". Dopo una breve trattativa, un quarto d'ora in tutto, la vice sindaco si è fatta da parte, rimanendo ai limiti della piazza. Gli amici di Walter hanno dato il permesso al cerimoniale e ai vigili di deporre la corona dalla quale hanno tirato via la fascia del Comune. "Belviso - aggiunge Gigi - ricopre una carica istituzionale e noi non vogliamo collusioni con quella amministrazione. Lei ha preso atto, noi abbiamo riconosciuto alla città di Roma il diritto e dovere di ricordare Walter lasciando deporre i fiori dai vigili". Da parte sua Sveva Belviso ha spiegato che sì, "si sono un po' accesi gli animi, ma alla fine abbiamo trovato una conciliazione, lasciando deporre la corona dai vigili e dal cerimoniale di Roma capitale. Non siamo entrati nella piazza, abbiamo rispettato la volontà degli amici di Walter Rossi". La Belviso ha anche spiegato che "la presenza dell'istituzione voleva essere la conferma di una ritrovata conciliazione tra tutte le parti politiche che vogliono fare luce su quello che è successo in quegli anni bui e restituire verità alle 19 vittime che ancora non ce l'hanno". La giornata di oggi continuerà ,alle 12, con una conferenza stampa seguita da dibattito con interventi degli amici di Walter e, alle 17, un corteo che sfilerà da via delle Medaglie d'oro."La sinistra in questo paese oggi è atrofizzata. Dov'e' il Partito democratico, dove sono gli altri partiti che si riconoscono nei valori democratici e antifascisti?". L'amarezza di Valerio, organizzatore insieme agli altri amici di Walter Rossi del presidio che ne ricorda la morte per mano dei fascisti, e' condivisa da chi per tutta la mattinata ha portato fiori e pensieri scritti su fogli volanti, libri - tra cui una biografia di Gramsci e una guida di New York - sul monumento che ricorda quel "ragazzo di vent'anni" ucciso il 30 settembre del 1977. Sono in pochi a piazza Walter Rossi, una cinquantina in tutto. Se ne accorge Giuliano, ex prete, un tempo parroco a piazza Igea. Ha mollato tutto e se ne e' andato a lavorare in Africa, "povero tra i poveri". Ma un tempo, ricorda, l'Africa era qui, al Trionfale: "In quelle case laggiu'", dice indicando un palazzotto in cortina rossa, "abitavano gli operai, le avevano occupate dopo battaglie dure e snervanti. Le stesse combattute da Walter. Eppure, dove sono oggi?". Lui i ragazzi di piazza Igea li ha visti crescere e, nel caso di Walter, morire anche, per una idea. Una signora in là con l'età chiede a che ora ci sarà il corteo: "Alle 17? Mi ci faccio portare da mio nipote. Lui si interessa di queste cose, però mica le ha vissute. Io me le ricordo tutte, mi ricordo tutti. Sedevano su queste panchine e ridevano, discutevano con tutti. Erano proprio bravi ragazzi, puliti". Tutto intorno, sembra di essere tornati a quegli anni. Le bandiere rosse sono solo rosse, senza sigle o simboli di questo e quel partito. Anche i ritagli di giornali esposti nelle teche sono quelli di allora. Su tutti spicca il manifesto, con gli articoli di Lucia Annunziata che raccontano i funerali e le manifestazioni per Walter. Ma c'è soprattutto Lotta Continua, con la prima pagina dedicata tutta all'assassinio di chi viene descritto solo con le parole "ragazzo di vent'anni". Anni dopo, sulla targa toponomastica di una piazza di Genova, una mano ignota cancellerà con lo spray il nome Alimonda per sostituirlo con quello di Carlo Giuliani "Ragazzo".

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