Emergenza posti per la dialisi
Tagli Dopo la chiusura del centro al S. Giacomo tocca allo Spallanzani
"Unvero dramma per i nefropatici e dializzati" commenta Roberto Costanzi, segretario generale dell'associazione Malati di reni. A dare l'annuncio Diamante Pacchiarini, Direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, durante un incontro con l'Onlus. "Si stanno smantellando unità operative di nefrologia d'eccellenza - denuncia Costanzi - Dopo aver perso il centro di dialisi del San Giacomo, ora è la volta di quello dello Spallanzani. E' assurdo che non si sappia neppure quando. Non si possono tenere malati e personale in questo stato di incertezza". Il centro dello Spallanzani, aperto nel 2000 grazie a una convenzione con il San Camillo, dispone di 14 posti e fornisce sedute ambulatoriali a 44 pazienti, alcuni dei quali soffrono di patologie infettive gravi. "A Roma non esiste una struttura simile - prosegue Costanzi - I medici che hanno acquisito professionalità in questi anni che fine faranno? E a chi si rivolgeranno i pazienti? E' importante che al San Camillo venga istituita un'area per le possibili complicazioni dei pazienti gravi". Il centro del Forlanini, invece, ha 28 posti e fornisce prestazioni a 85 persone, suddivise un tempo in cinque turni che sono stati ridotti a tre. "Abbiamo chiesto al Direttore sanitario di mantenere il turno serale, l'unico disponibile a Roma in una struttura pubblica. Le persone che lavorano hanno il diritto di potersi curare". La Regione ha previsto un nuovo centro di emodialisi al San Camillo da 24 posti, nel quale confluiranno quelli del Forlanini e dello Spallanzani con una perdita di 18 posti letto. "Il progetto c'è. Il problema è che mancano i soldi - denuncia Costanzi - Erano previsti due milioni e mezzo di euro che ora non ci sono più, dopo il piano di rientro". Intanto, corre voce dell'apertura di un altro centro pubblico di emodialisi, questa volta nell'ospedale San Gallicano. Eppure nell'Asl RmA ci sono già numerosi centri accreditati, più due unità di dialisi decentrate (Udd), la Diagest e Nostra Signora della Mercede, che da quasi un anno non vengono pagate proprio dall'azienda sanitaria.