"Capitale snodo delle cosche"
A Roma c'è posto per tutti. Chiunque può acquistare alberghi e ristoranti a prezzi «stracciati». L'importante, però, è che chi paga sia un malvivente. È questo l'allarme lanciato dal prefetto Giuseppe Pecoraro durante l'audizione in Commissione parlamentare Antimafia. Sono molte, infatti, le organizzazioni criminali che si spartiscono il territorio nel quale investono ingenti capitali nelle attività commerciali, nello spaccio di droga, nella compravendita di gioielli, di vetture, nell'immigrazione clandestina e nella prostituzione. La Capitale, dunque, per il prefetto, è un territorio dove le organizzazioni possono trovare il proprio spazio per portare avanti le attività illecite. Gli ultimi episodi di violenza in città, in base a quanto riferito dal prefetto, non sono legati alla criminalità organizzata, ma a «una nuova generazione di criminali, violenti, meno riflessivi, più inclini all'esercizio della forza che alla mediazione. Viene utilizzata la pistola dove una volta si usava una scazzottata o un coltello. Spesso di tratta di eventi legati al mancato pagamento di partite di droga». Questo perché in questo momento nella Capitale non ci sarebbero criminali in grado di assumere un ruolo egemone sul territorio. Ma non finisce qui. In Commissione sono stati analizzati anche i collegamenti tra le bande straniere, i reati che compiono e le alleanze in atto. A preoccupare è soprattutto la presenza della 'ndrangheta, «attiva nel riciclaggio e nel reinvestimento di capitali in attività commerciali, come dimostrato anche dai recenti sequestri di locali del centro storico - ha detto il presidente della Commissione Giuseppe Pisanu - quanto alla camorra, in alleanza con i clan cinesi, ha fortemente condizionato il mercato immobiliare di quartieri come l'Esquilino e il traffico di prodotti contraffatti». Insomma, la città eterna sarebbe uno «snodo essenziale di affari leciti e illeciti», tanto che il prefetto ha dichiarato che sembra emergere «un'imprenditorialità mafiosa», costituita da gruppi di imprenditori e professionisti «che in cambio di favori o di altre utilità cura gli interessi delle cosche».