I commercianti danneggiati vogliono essere rimborsati

L'ennesimo corteo in centro storico scatena le ire dei commercianti, che ora chiedono una sorta di risarcimento, stanchi di essere costretti ad abbassare ogni volta le serrande dei negozi e di vedere andare in fumo gli incassi di intere giornate. Ad alzare più di tutti la voce è Roberto Polidori, vicepresidente vicario della Confcommercio Roma. «Non è possibile andare avanti in questo modo. La situazione ci impone di essere realisti: in giornate come quella di oggi (ieri n.d.r.) la città si paralizza, il traffico impazzisce e gli operatori del commercio sono i primi a risentirne in termini di mancato guadagno, ma anche di atti di vandalismo». Sì perché, lamenta Polidori, «non sono rari i casi in cui alcuni commercianti sono costretti ad abbassare le serrande per evitare atti di vandalismo che ormai le assicurazioni si rifiutano di coprire, con una perdita economica stimabile in centinaia di migliaia di euro, sia per le singole imprese che per l'intera economia capitolina». Non è assolutamente in discussione il diritto di manifestare, «sacrosanto come in ogni democrazia che si rispetti», sottolinea Polidori, ma «c'è un limite a tutto e il limite a Roma è stato ampiamente superato visto che ormai siamo sulle 2 mila manifestazioni l'anno, la maggior parte delle quali concentrate nelle vie del centro». Una situazione che anche per Valter Giammaria, presidente della Confesercenti provinciale è diventata intollerabile. «È stata una giornata da dimenticare. Caos, traffico impazzito, turisti e romani completamente disorientati e negozianti che hanno incrociato le braccia per tutta la mattinata per mancanza di clienti. La questione manifestazioni va regolamenta al più presto». Polidori si spinge oltre: «Se non si riesce a dare un freno alla cosa, sarà il caso di pensare ad una sorta di "gettone di compensazione" per i lavoratori autonomi delle imprese coinvolte, costrette a scontare le conseguenze economiche delle manifestazioni».