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Renata: ora operazione verità

La presidente della Regione Lazio Renata Polverini

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È il giorno del grande sfogo per Renata Polverini. La governatrice del Lazio convoca una conferenza stampa per commentare la sentenza del Tar che, di fatto, decapita i dirigenti esterni della Regione. E si scaglia contro i sindacati, gli attacchi politici mascherati da atti amministrativi, promette un'operazione-verità sui passati 15 anni di amministrazione e mette in campo i numeri dei suoi tagli ai costi della «macchina» laziale. Ma andiamo con ordine. Mesi fa l'associazione dei dirigenti della Regione Lazio (Dider) chiede il parere del Tar sulle nomine di personale esterno. I giudici valutano e decidono che nove delibere vanno annullate: tre dirigenti (Marco Marafini, Alessandro Voglino e Michele Lauriola) devono fare le valigie. Ciò perché è mancata «trasparenza, partecipazione e pubblicità» e perché gli stipendi sono alti. La notizia arriva all'orecchio di Polverini. Che scatena l'inferno. «A prima lettura - esordisce - la sentenza del Tar è inapplicabile. Non dice dove abbiamo sbagliato, non scrive da nessuna parte quali norme abbiamo violato». Per i giudici i criteri di scelta dei dirigenti sono poco trasparenti. «Eppure - dice Polverini - ci sono due delibere e la pubblicazione sul Bur. Abbiamo applicato i regolamenti, qui eseguiti da 30 anni». Insomma, per la presidente più che un atto amministrativo è un atto politico, mosso dai sindacati: «Perché fino a ieri sono rimasti in silenzio?», si chiede. E poi c'è la questione economica. Per il Tar troppi sprechi. «Ma il risparmio di cui tanto si parla - spiega la governatrice - qui si pratica. Siamo arrivati che c'era una pianta organica di 283 dirigenti, oggi è di 259 e ce ne sono solo 194 effettivi. La Giunta Marrazzo aveva 23 strutture, io ne ho 18 e ne ho assegnate solo 11»: 2 milioni di euro l'anno di risparmio. «Sempre nelle strutture di diretta collaborazione della presidenza, su 100 posti assegnati da Marrazzo io ne ho assegnati 46. Marrazzo ne aveva 40 esterni, io 25. E se dobbiamo andare a cercare esterni è solo perché non si trova chi, all'interno, si prende la responsabilità di ricoprire alcuni ruoli». Polverini è un fiume in piena. «Devo dire però che la sentenza mi ha aperto gli occhi sulla trasparenza. Da oggi, oltre a continuare a lavorare per il Lazio, inizierò a fare trasparenza sugli ultimi 15 anni di governo di questa Regione. È bene che la gente sappia. A iniziare dal fatto che la villa utilizzata per cene di rappresentanza è stata svaligiata da chi ci ha preceduto. Al posto di argenteria e mobili di antiquariato ci sono i divani dell'Ikea». E sul Tar? «Ho deciso di determinare la proroga dei dirigenti coinvolti nella sentenza. Nessuna lobby di potere mi intimidisce. Io vado avanti».

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