Mai più servizi sociali fai da te
Partirà il 1 ottobre la sperimentazione della riorganizzazione dell'assistenza domiciliare di Roma Capitale. La delibera, proposta dall'assessore alle Politiche sociali, Sveva Belviso, è stata approvata ieri in giunta. Una razionalizzazione di costi e servizi che era nell'aria da tempo ma che la crisi economica, e i tagli della manovra governativa, hanno accelerato. Ad una sostanziale parità di costi il Campidoglio riuscirà ad erogare assistenza ad oltre mille persone in più. Un miracolo? No. La sperimentazione che durerà fino al 31 gennaio 2012 e che sarà attuata nei Municipi II, IV, VIII e XIII, mira a stravolgere il sistema dell'assistenza domiciliare per disabili e anziani. Non è più possibile che, a fronte dello stesso bisogno le risposte date nei singoli municipi sono diverse. Ad esempio per l'assistenza disabili la spesa media a persona è di 16 mila euro nel I Municipio e di seimila euro nel VI. Per ovviare a questa discrasia il primo passo della riorganizzazione dell'assistenza domiciliare è quella di avviare una sorta di «censimento» da parte di tutti i Municipi in modo tale da avere una fotografia esatta del tipo di servizio erogato agli utenti e di quelli in lista d'attesa. Verrà poi introdotta una diversa procedura di selezione in base all'assistenza diretta o indiretta e offrire in tal modo un piano di servizio individuale. Procedure queste che consentiranno di "recuperare" 15 milioni di euro che verranno utilizzati per abbattere le liste d'attesa. Aumentano poi i prezzi delle prestazioni in virtù dell'introduzione dei costi standard, si passerà così da circa 18 euro l'ora a 22 euro. Nella riorganizzazione ed efficientamento della complessa assistenza sociale verranno poi introdotte nuove procedure per l'accreditamento degli enti fornitori del servizio. Verrà a tal fine predisposto un Registro Unico su base cittadina e non più di ogni singolo cittadini. Alla scadenza della sperimentazione, prevista per il 31 gennaio un'apposita commissione composta da Municipi, Dipartimento V, rappresentanti degli utenti, sindacati e cooperative, verificherà gli effetti del sistema, apportando se necessario delle modifiche. La riforma dell'assistenza domiciliare a disabili e anziani verrà così estesa a tutti i municipi a partire dal primo marzo. Le "pillole" però non sono indolori. All'interno della sperimentazione si "simulerà" anche l'applicazione di un nuovo sistema di compartecipazione alla spesa da parte dell'utente. Non ci sta però una parte del mondo associazionistico e il Pd. In una conferenza stampa seguita da un presidio sotto il Campidoglio, ne hanno spiegato le ragioni. "Finalmente il sindaco Alemanno si è accorto della crisi - osservano Daniele Ozzimo, vicepresidente della Commissione Politiche Sociali (Pd) e consigliere Pd e Emanuela Droghei, responsabile Pd Roma -. È tuttavia inaccettabile che i tagli si abbattano sulle persone con disabilità. Le risorse per il servizio restano sostanzialmente invariate, circa 34 milioni, a fronte di un aumento di 1402 utenti e con un costo del servizio che crescerà del 22%. È ovvio che i conti non possono tornare. Dare due ore di assistenza per far credere che si abbattano le liste di attesa è davvero inammissibile".