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«Non chiamateci sorveglianti siamo solo custodi»

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C'eraanche lui, sia ieri che venerdì. Pretendeva il ricovero. E cosa avete fatto? «Venerdì siamo riusciti a riportarlo alla calma, l'abbiamo fatto ragionare. Ma oggi è stata tutta un'altra faccenda. Quello s'è presentato armato, con quel coltello c'è arrivato da casa. E l'aveva anche appuntito bene, non siamo riusciti a fare proprio niente, non ci ha dato retta, e c'era da aspettarselo, visto come sono andate le cose penso proprio che ci sia partito da casa con quell'intenzione». Quindi la vostra presenza in ospedale serve solo a riportare la calma? «Quando ci riesce sì, ma come dimostra quel che accaduto oggi, se l'aggressione minacciata diventa realtà non possiamo fare nulla». E la pistola a che vi serve? «A niente, non possiamo tirarla fuori, non possiamo neanche chiedere i documenti». Servite più quando non succede niente che di fronte a un pericolo? «Può sembrare un paradosso ma è così. Siamo dei custodi». In caso di pericolo cosa fate? «Richiediamo l'intervento delle forze dell'ordine, carabinieri e polizia, come è successo stavolta». Avete chiamato voi la polizia? «Sì, abbiamo telefonato agli agenti del commissariato di Monteverde, un'operazione del V distretto coordinato dal tenente Tomaselli». G. M. Col.

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