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Erano l'incubo dei 13enni. Presi

Babygang

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Rapinavano i minori della Roma bene minacciandoli con mazze da baseball e coltelli. I tre nomadi - dai 14 ai 16 anni - scoperti e denunciati dalla polizia del Commissariato Villa Glori, erano una gang efficace e determinata. Coi genitori vivono nella zona nord della città all'interno di camper parcheggiati sulle strade. Il pomeriggio, la sera, bazzicavano da Ponte Milvio a Corso Francia fino ai Parioli. Due gli episodi denunciati agli investigatori del commissario Giuseppe Rubino dalle giovani vittime, tutte di 13 anni. Ma i poliziotti sospettano che le razzie siano di più. La prima aggressione risale alla metà di agosto. Il gruppetto preso di mira è di tre amici. Stanno camminando in via del Foro Italico. All'improvviso vengono affrontati da un altro terzetto. Sono i nomadi della gang. Fanno capire le loro intenzioni in fretta. Mostrano mazze da baseball e coltelli. Vogliono soldi e cellulari dei ragazzini. Le vittime non provano nemmeno a reagire. Mettono le mani in tasca, tirano fuori denaro e telefonini. L'altro colpo porta la data del primo settembre. Il luogo stavolta è Corso Francia. Le vittime invece salgono a quattro. I baby rapinatori ripetono il copione. Brandendo coltelli e mazze da baseball si fanno avanti e minacciano i quattro. Vogliono soldi e cellulari. I ragazzini non fiatano ed eseguono. Anzi, uno di loro si spinge oltre. Uno dei nomadi lo vede mentre guarda nel portafogli per prendere i pochi euro che ci sono. Allora gli chiede l'indirizzo, vuole sapere dove abita per andarlo a trovare di nuovo e rapinarlo ancora. Sarà la mossa che porterà gli investigatori sino a loro. Infatti, quando i tredicenni vanno a denunciare le aggressioni, uno di loro riferisce anche quella strana richiesta. I poliziotti si appostano nei pressi delle abitazioni dei tre e attendono. Ieri notano un nomade parlare col portiere dello stabile chiedendo informazioni. Decidono di entrare in azione. Fermano il giovane, lo portano negli uffici del Commissariato Villa Glori e organizzano il confronto con la vittima della rapina. È lui. Le descrizioni dei complici e le indicazioni fornite dal denunciato portano altri due della gang. Il cerchio è chiuso.

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