Delitto dell'Olgiata, "Winston pronto a pagare il suo debito"
Giudizio abbreviato per Manuel Winston Reyes, reo confesso della morte della contessa Alberica Filo Della Torre. È quanto stabilito dal gup del tribunale di Roma, Massimo Di Lauro, nel corso della prima udienza preliminare, durata circa due ore, nel processo per l'omicidio dell'Olgiata avvenuto a Roma il 10 luglio del 1991. Il giudice ha respinto la richiesta avanzata dagli avvocati Nicodemo Gentile e Valter Biscotti, difensori del domestico filippino, di procedere con il rito abbreviato condizionato all'audizione di testimoni (due ex datori di lavoro di Winston e un medico legale) ed ha fissato per il 29 settembre prossimo la seconda udienza durante la quale deciderà se affidare una perizia per la trascrizione di alcune conversazioni telefoniche nelle quali il filippino fa riferimento ai gioielli rubati alla nobildonna romana. Le cinque bobine, rimaste negli archivi della Procura di Roma per quasi vent'anni, sono al momento agli atti dell'inchiesta e dalla trascrizione e traduzione effettuata dai periti del pm Francesca Loy, emergerebbe il fatto che tra il 12 e 13 settembre del 1991 Winston si informò con un connazionale sulla possibilità di smerciare i gioielli (un anello e un collier) rubati alla contessa. Nel corso dell'udienza Reyes e il vedovo della Filo Della Torre, Pietro Mattei, difeso da Giuseppe Marazzita, non si sono mai rivolti lo sguardo. WINSTON HA PIANTO MOLTO "Oggi c'è stata un'udienza tecnica, avevamo chiesto la trascrizione di tutte le telefonate, perché se uno confessa un omicidio, non dovrebbe confessare di aver rubato i gioielli?". Così Valter Biscotti, legale con Nicodemo Gentili di Manuel Winston Revel, il filippino accusato del delitto dell'Olgiata al termine dell'udienza dal gup. "È un uomo scosso, ha pianto molto". "Per la prima volta - prosegue il legale - ha rivisto il signor Mattei e lui vive un gran senso di colpa che gli dà molta sofferenza". Gli avvocati lo descrivono come un uomo provato, con una famiglia distrutta dal dolore: la moglie ancora a Roma dove lavora come domestica e i tre figli - due femmine, con la primogenita che si chiama Alberica, e un maschio - nelle Filippine. "Vuole che si sappia - prosegue il legale - che è pronto a pagare il suo debito con la giustizia. Ma deve essere un debito giusto".