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Capitale in pericolo. Serve un'alleanza

Alemanno e Polverini

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Un'alleanza per Roma. La proposta lanciata dai banchi dell'Aula Giulio Cesare dal'ex sindaco e leader dell'Api, Francesco Rutelli all'interno del confronto sugli effetti della manovra sulla Capitale, è stata accolta con favore dal sindaco Alemanno e anche da alcuni esponenti del Pd. "Serve un'alleanza tra tutti i parlamentari eletti a Roma per il bene della città; senza di loro nessuna misura potrebbe essere approvata - ha spiegato Rutelli all'Aula - Questa è l'unica soluzione perché non si risolve la questione con una manifestazione alla rupe Tarpea o inventandosi un'altra polemica anche perchè il sindaco tra gli indignati non ce lo vedo proprio. Serve dunque un patto politico nazionale per il bene di questa città". La proposta di Rutelli è forse l'unica concreta uscita dalla seduta straordinaria di Roma Capitale. Iniziata con circa 40 minuti di ritardo a causa della manifestazione di protesta dei sindaci dell'Anci davanti all'Anagrafe capitolina alla quale ha partecipato il sindaco Alemanno, l'atteggiamento delle forze politiche capitoline, già da subito non era affatto conciliante. Per questo l'Assembla di Roma Capitale, nonostante l'atto politico di tutto rilievo di dedicare una seduta alla crisi e alla manovra economica del governo, non è riuscita a votare un documento unitario. L'ordine del giorno votato dalla maggioranza di centrodestra avrebbe dovuto ricalcare quello dell'Anci ma era troppo duro contro il Governo e per questo reso nella forma più diplomatico. Una modifica che ha stizzito le opposizioni. Peccato. Un'occasione mancata per gli eletti capitolini, nonostante il discorso del sindaco all'Aula sia stato chiaro. "Tra Patto di stabilità e taglio ai trasferimenti, la manovra costerà al Comune di Roma 450 milioni di euro che si uniscono ai 150 milioni che sono stati tagliati quest'anno, nel bilancio 2011. Siccome non possiamo cancellare gli stipendi e ciò che attiene al funzionamento della macchina, rischiamo di dover cancellare i servizi ai cittadini in maniera non sostenibile. La città è in pericolo: abbiamo la crisi economica, abbiamo i tagli e un debito da fronteggiare - ha ribadito Alemanno all'Aula -. Sono disposto a confrontarmi con chiunque ci sta. Sono tre, al momento le vie che dobbiamo seguire: aprire una riflessione interna al Campidoglio, tenere alta la visibilità della protesta e avviare le vere riforme. Non è tempo delle polemiche inutili, abbiamo il dovere di sostenere e garantire i diritti dei cittadini". E se il sindaco ha conluso il discorso all'Aula aprendo il confronto a tutti, la risposta di una parte del Pd è stata quella di tirare fuori uno striscione e dei cartelli con la scritta "Alemanno = Berlusconi. Più tasse per tutti". Una boutade condannata dal capogruppo Pdl, Luca Gramazio e che ha definitivamente inasprito i toni. E se Francesco Storace (La Destra) fa notare il mancato riferimento al debito nel documento di maggioranza, così come il silenzio assordante sulla riduzione dei consiglieri comunali da 60 a 48 e propone di "dimezzarci lo stipendio per tre anni, tanto campiamo lo stesso", il capogruppo Udc, Alesandro Onorato dopo aver riconosciuto l'importanza politica della presa di distanza di Alemanno dal governo si aspetta "coerenza: se dopo la protesta Alemanno non sarà ascoltato, ci vorranno atti coraggiosi e conseguenti". L'invito al sindaco di «smarcarsi dalle forze politiche che da sempre puntano a distruggere Roma, dimettendosi» arriva da Maria Gemma Azuni (Sel). L'Assemblea straordinaria di ieri non sarà l'ultima. Allo studio infatti ci sono già i documenti per un nuovo assestamento di bilancio. E lo scontro in questo caso non sarà solo politico.

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