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Tbc, nuovi controlli al Gemelli

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Incubo tbc a Roma, famiglie in ospedale per i test

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Sulla vicenda della tubercolosi al Gemelli di Roma, il Policlinico sottolinea in una nota "l'ampiezza e la straordinarietà dei controlli effettuati e ancora in corso" e invita di nuovo a evitare ulteriori ingiustificati allarmismi, ricordando che "l'eventuale positività al test non segnala né malattia né contagiosità, ma esprime solo l'avvenuto contatto con il micobatterio. Essere venuti a contatto con l'agente della tubercolosi senza sviluppare la malattia, infatti, è una condizione molto diffusa che non costituisce un pericolo per la salute pubblica. In Italia, un Paese a bassa endemia con circa 5mila nuove diagnosi di malattia all'anno, si stima che i soggetti un questa condizione costituiscano circa il 10% della popolazione. "Per assicurare la massima tutela di tutti i pazienti, che quotidianamente si rivolgono al Gemelli, in particolare dei neonati e delle loro famiglie, fin dallo scorso 26 luglio la Direzione del Policlinico ha avviato con rigore e determinazione, a seguito di diagnosi per sospetta Tbc a un'infermiera del reparto di Neonatologia, tutti gli interventi di sorveglianza e controllo per la tubercolosi previsti dalle Linee guida emanate dal proprio Comitato per la lotta alle infezioni ospedaliere" continua la nota. "In particolare, relativamente al personale, i controlli si sono svolti e stanno proseguendo secondo un'indagine epidemiologica cosiddetta 'a cerchi concentrici', coinvolgendo cioè tutti gli operatori che hanno avuto contatti stretti e ravvicinati o sporadici e occasionali con l'infermiera affetta da tubercolosi polmonare attiva", conclude il Policlinico.

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