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La Regione snobba la crisi Alemanno oggi in sciopero

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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Sarà la sede, lontana da tutto e da tutti, che magari fa perdere il senso della realtà. Fatto sta che il calendario dei lavori deciso dalla capigruppo della Regione Lazio sembra uscito da un altro pianeta. Mentre ieri ci sono stati tafferugli davanti a Montecitorio e oggi l'Assemblea capitolina si riunirà in seduta straordinaria per un serrato confronto sugli effetti della manovra su Roma, alla Pisana ignorano tutto ciò. Come la giornata di «sciopero» dei sindaci di tutta Italia e la protesta dei presidenti delle Regioni di riconsegnare simbolicamente i contratti con Trenitalia, a sottolineare la follia del taglio del 75% di risorse per il trasporto pubblico. Di fronte a una situazione economica che preoccupa l'intero Paese, i 70 consiglieri regionali decidono di riunirsi, dopo le ferie, mercoledì 21 settembre e, in via straordinaria giovedì 22. Per fare cosa? I lavori di mercoledì indicano come primo punto la discussione della proposta di legge a firma di Andrea Bernaudo (Pdl) sulle norme in materia ambientale e fonti rinnovabili; quella di Storace e Buonasorte (La Destra) per stabilire in Roma la sede dei ministeri del governo centrale; una modifica per il Comitato dei Lavori pubblici; il Piano triennale per la cooperazione; il rinnovo della Consulta femminile per le pari opportunità. Ancora, e fa riflettere non poco, la decadenza del consigliere regionale Giovanni Di Giorgi, eletto sindaco di Latina a maggio. Perché ufficializzare la decadenza con quasi tre mesi di ritardo? Giusto il tempo di porsi questa banale domanda e si arriva alla convocazione straordinaria di giovedì. Sulla manovra, tagli, crisi? Affatto. I ben pagati consiglieri regionali si riuniranno per discutere «la situazione carceraria negli istituti di pena laziali». Senza nulla togliere al problema delle carceri, resta difficile far comprendere al cittadino-contribuente il perché, in un momento di sacrifici (pensando magari alla voce Irpef della busta paga), il consiglio della Regione Lazio debba riunirsi per discutere di una problematica di ardua soluzione, considerata la mannaia dei tagli governativi. Eppure, sempre ieri la presidente della Regione Polverini, parlando a lungo della manovra e degli effetti devastanti sugli enti locali ha lanciato un ragionevole appello: «In questo momento dobbiamo unirci tutti in un solo Paese. In questa situazione di difficoltà globale penso che possiamo dare delle risposte soltanto se stiamo tutti insieme». Purtroppo però alla Pisana si pensa ad altro, mentre in Campidoglio si «scende in trincea». Stamane infatti il sindaco riferirà al Consiglio comunale riunito in seduta straordinara e rimetterà simbolicamente la delega anagrafica per un giorno, insieme a tutti i sindaci d'Italia. Non solo. Lo stesso Alemanno ha promesso: «Noi sindaci d'Italia, saremo in mobilitazione fino a quando non ci sarà una sostanziale correzione della manovra». Un atteggiamento questo criticato dall'opposizione, dopo che i parlamentari «alemanniani» hanno votato a favore della manovra. Una protesta quella di Alemanno che tuttavia ha già smosso le acque a Montecitorio. La deputata "alemanniana" Barbara Saltamartini ha fatto approvare un ordine del giorno che prevede una commissione composta da Governo e da rappresentanti di Regioni e Enti Locali per rivedere vincoli e Patto di Stabilità.

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