Il gip: Mulè imprudente e poco esperto

Nell'ordinanza con cui ha concesso gli arresti domiciliari a Soter Mulè, l'ingegnere meccanico di 42 anni accusato di omicidio colposo in quanto coinvolto nella morte di Paola Caputo, 23 anni, giunta nel corso di un gioco erotico che ha causato il grave ferimento di un'altra ragazza, il gip di Roma, Marco Mancinetti ha scritto: "Una gravissima imprudenza contrassegnata dall'aver dato corso a una pratica in cui lo stesso Mulè si definisce poco esperto e oggettivamente rischiosa".     NON CI SONO STATE MINACCE Un gioco "che non prevedeva - scrive il giudice - alcun effetto di sollevamento mediante la corda al collo delle due ragazze". Nell'ordinanza il gip riconosce quindi che da parte di Mulè "non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate".   L'AUTOPSIA DI PAOLA La ragazza di 23 deceduta deceduta durante il gioco erotico sarebbe morta per asfissia da soffocamento. Nessuna sorpresa, dunque, dall'esito dell'autopsia che la procura di Roma ha disposto questa mattina, affidando l'accertamento a Giorgio Bolino, dell'istituto di medicina legale della Sapienza. La morte della ragazza è stata quasi istantanea ma ci vorranno almeno 60 giorni, tra esami istologico e tossicologico, per sapere se quanto consumato dalla vittima nel corso della serata (alcool e forse anche dell'hashish) abbia avuto un ruolo decisivo nell'evento morte.   LA RICOSTRUZIONE Nel confronto con il magistrato l'ingegnere ricostruisce quanto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato in un garage in zona Bufalotta. "Verso le 14" Mulè ha contattato tramite Facebook sia Paola sia Federica e verso le 19 era passato a prenderle. I tre si sono recati prima in un locale e poi al Circolo degli artisti, in via Prenestina. Mulè e le ragazze, in base quanto si legge nel provvedimento, hanno preso rum, birra e "digestivi alcolici". L'ingegnere ha confermato di aver fumato dell'hashish. Mulè e le due ragazze decidono, quindi, di recarsi nel seminterrato di via dei Settembrini, conosciuto da una delle ragazze. Nel suo racconto l'uomo afferma che la prima ad essere legata è stata Federica, poi la Caputo. Paola viene bloccata "in stazione eretta, con piedi a terra, ma subito dopo essere stata legata, accusa un malore e perdendo i sensi si accascia al suolo: il peso del suo corpo mette in tensione le corde, comprese quelle intorno al collo di entrambe le ragazze". Mulè prova a liberare le giovani, cerca un coltello prima nella borsa di Federica e poi nella sua auto. Sono attimi drammatici: quando trova la lama per Paola è troppo tardi, Mulè tenta di soccorrere Federica e poi chiede aiuto.