Pdl, Pd e Udc fanno i conti Ma sono quelli delle tessere
Sempredi conti si tratta anche se stavolta non riguardano servizi o tasse ma tessere e poltrone. Alla preoccupazione per i tagli che inevitabilmente andranno fatti a tutti i livelli dell'amministrazione, dalla Regione al Campidoglio (compresi i Municipi) si affianca la sfida dei congressi. Per il Pdl si tratta del primo. Per l'Udc sarà invece una questione di scelta di campo, mentre per il Pd il momento della pace interna. Per tutti e tre i maggiori partiti della compagine politica, i congressi per l'elezione dei segretari di Roma, provincia e del Lazio rappresentano una svolta almeno per due fondamentali motivi. Il primo, ovvio, è quello delle prossime elezioni nazionali e comunali. Il secondo è di dare una struttura concreta e capillare ai «nuovi» partiti; un indirizzo condiviso che rilanci le strutture territoriali per quanto riguarda il Pdl; un'unità di azione per il Pd e una chiarezza di intenti, cioè da che parte stare per l'Udc. Banchi di prova, questi, indispensabili per affrontare ad armi pari le prossime elezioni. Il Pdl, innanzitutto. La fusione a freddo tra An e Fi ha creato più di uno squilibrio sul quale ha giocato un ruolo decisivo il pasticcio della lista Pdl Roma e Provincia alle regionali del 2010. Una bella fetta della classe dirigente è stata spazzata via con la mancata presentazione (ed elezione) di autorevoli esponenti di partito. La prima «riscossa» di questi «esclusi» che ancora attendono le nomine aziendali è arrivata proprio adesso. Il tesseramento del Pdl, nonostante i prezzi politici applicati alle tessere (10 euro) non va a gonfie vele. Un dato negativo dovuto non soltanto alla popolarità in discesa della classe politica in generale ma anche a quegli esponenti di riferimento al momento «fatti fuori». Un danno per l'esito dei congressi che potrebbero essere vinti a mani basse dal più autorevole del momento ma non rappresentativo delle diverse anime del partito e dunque del territorio. Gatta da pelare anche in casa Udc, dove invece il tesseramento romano è stato «sospeso» per presunte irregolarità e sulla data dei congressi locali (indicata tempo fa nel mese di dicembre) tutto tace. Qui l'esito dello scontro tra correnti porterà l'Udc verso il centrodestra o verso il centrosinistra. Più complesso lo scenario in casa Pd dove allo scontro tra gli ex Dc e gli ex Ds si aggiunge quello interno alle due stesse correnti. Un'impasse che da mesi inchioda il Pd sul dibattito se fare o meno le primarie per eleggere il segretario. I tempi però stringono. Per tutti. Non è da escludere un'elezione anticipata in primavera e farsi trovare impreparati significa perderla a tavolino. Sus. Nov.