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Contro la Gelmini va in scena il concerto di "cacerolazos"

Il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini

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Primo giorno di scuola, primo giorno di proteste. Ed è soltanto l'antipasto. Per il pranzo vero e proprio bisognerà attendere il 7 ottobre quando gli studenti medi e universitari, esponenti della Rete e dell'Uds, scenderanno in piazza in cento città. Ieri mattina gli oppositori del governo Berlusconi e delle riforme del ministro Gelmini si sono subito ritrovati, con un copione già collaudato, davanti al Ministero dell'Istruzione in viale Trastevere uniti dal grido «Suoniamogliele! La musica deve cambiare». In precedenza si erano improvvisati «cacerolazos», come gli argentini che nel 2006 protestavano contro il carovita, con uno striscione srotolato dalla Terrazza del Pincio. L'Uds avrebbe molto a cuore il problema delle classi-pollaio. «A breve lanceremo una campagna contro classi pollaio chiamata "Non cascarci come un pollo!" perché non è ammissibile che questo Governo ci veda solo come una spesa in capitolo e non come un investimento» semplifica un militante. Più che di cortei, ieri, si è trattato di flash mob. Un gruppo di studenti medi della Rete si è ritrovato davanti all'Istituto Montessori in via Livenza. «Sono mesi che sentiamo parlare di bilanci, conti e manovre ma nessuno parla di investimenti sull'istruzione e sul nostro futuro - spiegano gli esponenti della Rete - Ci siamo stufati di essere in balia di un governo che da i numeri, che da un lato taglia 8 miliardi di euro alla scuola pubblica, mette in ginocchio gli enti locali eliminando ogni prospettiva di diritto allo studio, taglia insegnanti lasciandoci con classi pollaio e edifici fatiscenti, e dall'altro lato parla di rigore e merito, lasciando intatti i privilegi di chi evade e continua a lucrare a spese del nostro futuro». E a Stazione Termini i manifestanti-burloni hanno cambiato i numeri ai binari. Insomma mentre tutti i ragazzi sono rientrati in classe quelli più politicizzati ancora non ci pensano proprio. Infatti oggi molti studenti si uniranno alla mobilitazione dei sindacati di base contro la manovra che il governo si appresta ad approvare alla Camera. Lo ha reso noto il Collettivo Senza Tregua. «Saremo in piazza - spiegano in un comunicato - a protestare contro chi toglie ai giovani la dignità di un futuro degno di questo nome». Perché secondo questi ragazzi non «è più tempo di un movimento studentesco chiuso solo tra le mura dell'opposizione a riforme scolastiche opposizioni e e imprigionato nella logica di controproposte e mediazioni». Insomma al di là dei diritti e dei doveri andare a scuola è diventato un optional.

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