Cambia volto la statua di Papa Wojtyla
Insomma il nodo è sciolto: la statua del Beato Giovanni Paolo II resta lì dov'è, davanti la Stazione Termini. E se bella non è (tantomeno somigliante all'originale) consoliamoci lo stesso, perché dell'opera originaria del maestro Oliviero Rainaldi rimarrà solo l'idea. E forse neanche quella. Cambierà la testa e il mantello verrà ritoccato in almeno tre punti. Sono le conclusioni della commissione tecnica composta dal sovrintendente Umberto Broccoli, dal professor Francesco Buranelli segretario della Pontificia commissione per i Beni culturali della Chiesa, dal professor Giovanni Carbonara, direttore della Scuola di specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio per lo studio e il restauro dei monumenti dell'Università La Sapienza, dalla professoressa Maria Vittoria Marini Clarelli, direttore della Soprintendenza alla Galleria d'Arte moderna. Il team d'esperti era stato incaricato dal sindaco Alemanno a questa mission impossible: rendere più umano, animato e agréable il Monumento «Conversazioni» di Oliviero Rainaldi, dedicato al beato Papa Wojtyla. Ma come si è giunti alle conclusioni? Partendo dal concetto che la statua avesse qualcosa di «incompiuto» (un po' alla maniera dei prigioni michelangioleschi), un «abbozzo» insomma che andava definito, completato. Ed ecco in ordine i punti critici: rifacimento della testa, ritocco della patina, modifica del mantello in tre parti, rialzo di 20/30 centimetri della base di sostegno della struttura, riposizionamento della statua sul basamento in posizione leggermente arretrata rispetto all'attuale. A sottolineare che la statua, così com'è è troppo statica e che da monolite solitario, incombente, impermeabile e impescrutabile diventi materia «in movimento» e si faccia accarezzare dal vento. Il completamento dell'opera dovrà essere effettuato dal suo demiurgo, il maestro Oliviero Rainaldi, sotto la direzione tecnico-scientifica della Sovrintendenza capitolina. La Commissione, come del resto chiunque si sia avvicinato alla statua, ha rilevato pure che «un repentino deterioramento della patina di rifinitura dell'opera - in parte disciolta, in parte pulverulenta al tatto, non aderente alla superficie e sollevata a scaglie - che ha provocato una vistosa mutazione cromatica della parte esterna e portato a vista le saldature». E quindi, già che ci siamo, la statua cambierà pure colore. Almeno si spera!