Tbc «bovina», 4 casi e un principio di psicosi
Il Comune che mette in allerta i residenti senza neppure informarli del problema, l'Asl che minimizza circoscrivendo il rischio contagio alla specie bovina e, quasi non bastasse, il no comment dell'amministrazione: il giallo tubercolosi a Formello rischia di degenerare in psicosi. Ingiustificata, a sentire gli esperti. Tutto comincia, ricordiamo, con un'ordinanza con cui il sindaco, Giacomo Sandri, dispone il divieto di accesso e transito nella Valle del Sorbo, parte del Parco di Veio, a causa di possibili focolai di tbc. Tre righe che non specificano derivazione della malattia, eventuali rischi per l'uomo e, soprattutto, il perimetro della zona sottoposta a tutela sanitaria. Di qui, complici anche i casi accertati a Roma, la preoccupazione di residenti e gestori del parco, che dal 26 agosto, giorno di diffusione dei primi cartelli, hanno in tutta fretta cancellato visite guidate e tour didattici. Ieri, sebbene non si sapesse ancora bene di cosa preoccuparsi né perché, la notizia in paese era sulla bocca di tutti. «Non so nulla dell'ordinanza – legge il documento per la prima volta la signora Fabrizia – ho fatto l'infermiera 23 anni, so bene cos'è la tubercolosi e se avessi saputo che c'erano rischi non sarei venuta al parco coi bimbi». Complicano poi il quadro dalla farmacia del centro: «Di questi avvisi non sappiamo nulla – spiega Giorgia – ma ci sono almeno 4 casi di tbc in paese, si tratta di persone che vivono qui cui somministriamo regolarmente i medicinali». Infine, il centralino del Comune sommerso di telefonate: «Diverse persone hanno chiamato preoccupate – ammettono dagli uffici – diciamo loro di attenersi all'ordinanza, ovvero di evitare di avvicinarsi alla Valle del Sorbo per escludere ogni possibilità di contagio. Siamo in attesa dei risultati delle analisi dell'Asl, tra un mese circa daremo indicazioni più precise». Sulla vicenda è intervenuta anche l'associazione dei consumatori Codici: «Dopo il caso del Gemelli – ha detto il segretario Ivano Giacomelli - non può passare inosservata la notizia di focolai a Formello, meta di gite e scampagnate. Abbiamo scritto al sindaco per capire le motivazioni dell'ordinanza». Ora, dalla documentazione dell'Asl si evince che si tratta di tbc bovina, e che nonostante alcuni capi siano già stati abbattuti, la vicinanza tra diversi allevamenti ha reso indispensabile indicare tutta la valle quale «unico grande focolaio di tbc» e sottoporla a sequestro cautelativo. Allarmismo comunque ingiustificato per gli esperti: «Le possibilità di trasmissione aerea da animale a uomo sono minime se non impossibili – tranquillizza il dottor Squarcione, direttore generale dell'Asl Roma F – Il rischio si elimina non bevendo il latte di questi animali, che dovranno essere abbattuti. Mi informerò sul perché di questa ordinanza».