Educatrici dei nidi in rivolta fomentano pure le mamme
Ieri in alcuni asili nido pubblici della città, nonostante lo sciopero generale della Cgil, si è svolto il tradizionale incontro con i genitori dei nuovi arrivati (fissato già da tempo). Lo stesso rito andrà in scena, oggi, in altre strutture. L'occasione è stata propizia per le educatrici «in lotta» contro le nuove norme regionali di far pervenire ai genitori una lettera di proteste, da sottoscrivere, indirizzata al governatore Polverini e al sindaco Alemanno. Nella missiva si allarmano le famiglie parlando di nidi-pollaio e del conseguente numero esiguo di educatrici «che non potranno garantire un'accoglienza adeguata» ai propri figli. Si ribadisce che «nemmeno la riduzione della lista d'attesa può giustificare tali scelte». È l'ultima trovata delle educatrici degli asili nido dopo l'aver accolto i bimbi, il primo giorno, con il lutto al braccio. Ne parliamo con l'assessore regionale alla Famiglia e Servizi sociali Aldo Forte che è furibondo. «Ci troviamo di fronte a un'operazione di disinformazione da parte di alcuni sindacati che ci stanno raccontando cose false. I parametri che abbiamo istituito nella nostra regione sono gli stessi di Emilia e Toscana, prese sempre come modello». C'è pure questa lettera di lamentele che viene fatta sottoscrivere ai genitori dei nidi? «Bisognerebbe far firmare un documento alle decine di migliaia di famiglie che sono in lista d'attesa da tempo. Abbiamo approvato un piano per i nidi di 18,6 milioni, con lo stanziamento di 8 milioni per la costruzione di nuovi asili, 15 milioni per l'abbattimento delle rette e 6 milioni per attivare il servizio delle tagesmutter, cioè educatrici che accudiscono i bambini nel loro domicilio. Inoltre abbiamo inteso dopo trent'anni aggiornare i parametri della legge». Cosa vuole dire alle educatrici degli asilo nido che contestano? «Questo terrorismo psicologico fa un danno al Paese. Qui non è questione di destra o sinistra. Nei prossimi anni il nostro paese insieme ad altri, in Europa, è chiamato a fare sacrifici. Pensare che le amministrazioni possano investire e aumentare risorse è utopia. È già stata una vittoria poter migliorare e razionalizzare il servizio che, si badi bene, non è ottimale. Finora gli asili nido soddisfano solo il 7% degli aventi diritto. Un parametro assurdo. Ma il problema delle famiglie è completamente ignorato da queste lavoratrici». Le critiche riguardano la diminuizione dei metri quadri destinati a ogni bambino (da 10mq a 6 mq) e il cambio di rapporto da 1/6 frontale a 1/7 globale. «Ma signori miei vi siete accorti che è stato rintrodotto il ticket nelle regioni cosiddette virtuose? Perché in Puglia dove negli asili nido il rapporto educatrici e bambini è 1/10 la sinistra non dice niente? Perché la Cgil non scende in piazza in Emilia Romagna dove gli asili nido hanno gli stessi nostri parametri? La sinistra fa propaganda su un problema inesistente. E la cosa grave è che manda le educatrici ad accogliere i bambini con il lutto al braccio. Questi sono pseudo-educatori!» Comunque possiamo dire che la legge regionale c'è e verrà applicata? «Certo ci mancherebbe! Piuttosto se continua così sarò costretto a costituire io un sindacato delle famiglie che sono condannate perennemente alle liste d'attese». Dovute anche ai tempi infiniti per costruire un asilo nido? «Pure in questo settore abbiamo cambiato le norme per poterle costruire in un anno. Adesso ci vogliono sette anni. Entro questo mese uscirà il nuovo bando mille asili. Prevede che il Comune metta a disposizione l'area o l'immobile da ristrutturare. La Regione costruisce i prefabbricati, che sono uguali a quelli usati in Germania. Per abbattere i tempi nella richiesta di finanziamento è indispensabile che il Comune definisca il modello di gestione».