"Pronti a marciare contro il Governo"
Sono critici, sono preoccupati, sono arrabbiati. E sono pronti a scendere in piazza contro il Governo, anche se il governo è di centrodestra e loro fanno parte della maggioranza. Il sindaco Gianni Alemanno e la governatrice Renata Polverini non usano mezze parole, non girano intorno al problema, anche se ognuno si esprime in base al suo stile e al suo carattere. Più diplomatico il primo cittadino. Più «verace» la presidente della Regione. Il messaggio diretto a Palazzo Chigi, però, è lo stesso e arriva all'unisono: cambiate la manovra per non danneggiare gli enti locali che, a loro volta, dovranno tagliare servizi o aumentare le tariffe. "Di definitivo non c'è nulla, la manovra è ancora in corso e dobbiamo continuare a trattare. Dobbiamo continuare ad insistere perchè ci siano delle correzioni sostanziali. Il nostro obiettivo non è quello di fare astratte rotture ma di ottenere modifiche sostanziali. Su questo ci battiamo mantenendo l'unità di tutte le realtà locali senza guerre fratricide", ha spiegato ieri l'inquilino del Campidoglio, aggiungendo che lunedì ci sarà una manifestazione congiunta di Comuni, Regioni e Province e un incontro con i capigruppo del Senato e con il presidente Schifani. Alemanno, infine, ha riferito di aver chiesto al ministro dell'Interno, che ha incontrato per discutere della questione-sicurezza nella Capitale, di "svolgere il suo compito istituzionale, quello di essere l'interlocutore principale degli enti locali". E Maroni "ha promesso che farà tutti gli sforzi possibili". Più dura la Polverini. La governatrice ha parlato di un governo che dà l'idea di aver "perso il bandolo della matassa" e sta "disorientando i cittadini". Di conseguenza il disagio dei cittadini è grande, ha aggiunto, e noi "abbiamo avuto un atteggiamento duro perchè non si comprende da dove verranno reperite le risorse. Ieri abbiamo avuto un incontro con il sottosegretario Letta e alcuni ministri nel corso del quale abbiamo chiesto che il taglio di 6 miliardi alle Regioni venisse almeno dimezzato ma così non è stato. Abbiamo ottenuto solo un abbassamento di 1,8 miliardi - ha continuato il presidente - Le Regioni non sono capaci di sopportare questi tagli. Noi con i comuni e le province abbiamo dato la nostra disponibilità a confrontarci sui costi vivi per trovare soluzioni", ma "non vorrei che passasse il messaggio che lo Stato è bravo mentre gli enti locali fanno i capricci". Per quanto riguarda il Lazio, Renata Polverini ha voluto sottolineare di aver "ereditato una regione con 25 miliardi di euro di debito di cui la metà nella sanità. Solo nell'ultimo anno abbiamo recuperato 2 miliardi 500 milioni nella sanità, abbiamo invertito la rotta ma con la manovra non vorrei che si vanificasse questo lavoro". L'amarezza, insomma, è profonda. Anche perché "questa è la terza manovra e per la terza volta subiamo. Non veniamo chiamati a un confronto diretto. Lunedì avremo un altro incontro e stiamo pensando anche ad una manifestazione nazionale. Nei prossimi anni - ha concluso Polverini - rischiamo di vedere diminuiti i servizi a causa della mancanza di risorse, come quelli sul trasporto pubblico, dove potremmo veder saltare gli accordi con le Ferrovie presi in base a una intesa di tre mesi fa con il Governo". A tale proposito "le Regioni stanno pensando di consegnare fisicamente gli accordi, le convenzioni con Trenitalia. Non saremo infatti in grado di onorarle. O il Governo le supporta al posto nostro, trasferendo risorse, oppure sicuramente saremo costretti a diminuire servizi o aumentare le tariffe". La Governatrice consiglia a Palazzo Chigi di puntare su Iva e pensioni. E parla "al di là dei colori politici". Un appello ecumenico subito raccolto dal presidente della Provincia. Nicola Zingaretti, per il quale "è importante una mobilitazione di tutti contro la manovra".