Squadra speciale contro le bande di giovani criminali

Una squadra speciale per combattere le bande giovanili e violente che spadroneggiano in città. Un argine agli omicidi e alle sparatorie degli ultimi mesi. Alemanno e Maroni hanno messo a punto il piano che porterà al terzo Patto per Roma sicura da firmare a ottobre in prefettura. L'incontro faccia a faccia tra sindaco e ministro dell'Interno è durato un'ora e quaranta. Era la prima volta che Maroni andava in Campidoglio. L'urgenza del momento glielo imponeva. Il mini-vertice di ieri mattina era necessario dopo la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di mercoledì a cui il ministro non aveva potuto partecipare. La città chiede di fermare la «violenza cieca», come l'aveva chiamata il sottosegretario Mantovano, al quale Maroni ha delegato la preparazione del Patto. Al termine dell'incontro il ministro è subito ripartito e ha lasciato Alemanno da solo a spiegare i punti sui cui è stata trovata un'intesa. Le direttrici su cui si è deciso di intervenire sono quattro: lotta alle bande che controllano il territorio, aumento degli organici delle forze dell'ordine, restituzione al sindaco di poteri in materia di ordinanza, contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia.   AGENZIA CONTRO LE BANDE GIOVANILI «Abbiamo pensato a una struttura per il contrasto delle bande giovanili e di quelle territoriali che crescendo possono diventare criminalità organizzata», ha annunciato Alemanno. Ma a chi farà capo questa divisione speciale? E chi vi farà parte? Il sindaco è rimasto sul vago ma ha spiegato che si pensa di fare qualcosa di simile a ciò che fu fatto «con la Digos negli anni '70 per contrastare il terrorismo». Una sorta di agenzia speciale che non avrà solo compiti di repressione, ma anche educativi e sociali. È per questo motivo che si pensa di coinvolgere il mondo universitario per studiare le situazioni di maggior degrado, soprattutto in periferia, e indicare dove intervenire per evitare che i disagi sociali sfocino nella violenza. Per il sindaco «bisogna capire se le gang hanno un'organizzazione, la mia percezione è che l'utilizzo più disinvolto di pistole e coltelli, dimostrato dagli ultimi episodi, possa nascere dalla volontà di queste bande di affermarsi col tempo». Insomma, la piccola criminalità sta crescendo, prima si interviene meglio è.   PIÙ UOMINI SUL TERRITORIO In questi giorni dovrebbero arrivare i 360 uomini, 300 carabinieri e 60 agenti, promessi a luglio. «Ma non bastano - ha detto il sindaco - gli organici sono carenti di due-tremila persone tra polizia, carabinieri e polizia municipale. Il ministro Maroni ha preso un impegno specifico per colmare questa carenza. Sta preparando un piano dettagliato sul riordino delle scorte, un problema che riguarda soprattutto Roma». Nella Capitale, infatti, sono impiegati mille agenti e trecento macchine che garantiscono la sicurezza di duemila persone. Mettere mano su questo aspetto dovrebbe liberare più uomini per il controllo del territorio. Nel Patto per Roma sicura sarà inserita anche una regolamentazione dei cortei. Un problema più volte affrontato e mai risolto. «Non possiamo andare avanti così - si è sfogato Alemanno - il 6 settembre, ad esempio ci sono tre cortei nello stesso giorno».   PIÙ POTERI AL SINDACO E ALLA MUNICIPALE Nelle prossime settimane verrà presentato un decreto legge che restituisca ai sindaci i poteri di ordinanza in tema di sicurezza. Un intervento atteso da aprile, quando la Corte costituzionale ha bocciato quella parte del pacchetto sicurezza che ampliava proprio le competenze dei sindaci. È in questo ambito che Alemanno intende rafforzare i vigili urbani: «Ci sarà un nuovo ordinamento per rafforzare la polizia municipale fornendole poteri simili alle altre forze dell'ordine. Sarà introdotto anche il reato di prostituzione in strada e la possibilità di espulsione dei cittadini comunitari che commettono reati». Una legge che introduca il reato di prostituzione è una battaglia che il sindaco porta avanti da tempo. Forse adesso la vincerà.   CONTRASTO ALLE INFILTRAZIONI MAFIOSE È l'ultimo punto da inserire nel Patto. Verrà stilato un protocollo tra l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia diretta dal prefetto Caruso e le realtà imprenditoriali che, assieme all'Osservatorio della Camera di commercio, dovrà garantire un «monitoraggio attento per impedire che la criminalità organizzata acquisti beni e attività economiche a Roma».