Alemanno chiede rinforzi a Maroni
«Servono più uomini, li chiederò a Maroni». È il grido d'aiuto di Alemanno: c'è bisogno di più poliziotti e carabinieri per contrastare la criminalità. Ieri si è riunito il Comitato per l'ordine e la sicurezza. E la strategia per fermare l'ondata di violenza in città è semplice: rinforzi. Anche se il sindaco e il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, non vedono un «picco di violenza» nonostante i 26 omicidi dall'inizio dell'anno, «perché sono nella media degli altri anni». Ma c'è comunque un problema di organico per controllare in modo capillare il territorio, soprattutto perché molti agenti sono dirottati nei servizi di scorta o per sorvegliare i cortei. Mantovano ha confermato l'arrivo imminente dei 300 carabinieri e 60 agenti promessi a fine luglio. Uomini che lo stesso sottosegretario ammette non essere sufficienti. È per questo motivo che domani Alemanno incontrerà il ministro Maroni in Campidoglio e gli chiederà un impegno maggiore. Per il sindaco, i problemi da risolvere, oltre all'organico, sono due: «Un maggiore controllo sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico e una strategia mirata alla lotta al bullismo e alle bande giovanili». Già, perché i giovani «vengono sempre più attratti da modelli di violenza e il territorio viene conteso tra bande, anche per lo spaccio di droga». Secondo il comitato per l'ordine e la sicurezza, a cui hanno partecipato anche prefetto, questore e i comandanti provinciali di carabinieri e finanza, non c'è comunque un allarme criminalità organizzata. Ciò che sta accandendo a Roma negli ultimi mesi per Mantovano è «violenza cieca, le liti che prima finivano in risse, ora si risolvono col coltello o con le pistole». Se veramente si uccide per uno sgarbo è sicuramente più difficile fare prevenzione. Ma non sempre la statistica parla chiaro. Se l'omicidio del ragazzo di Morena pare avvicinarsi alla spiegazione data da Alemanno e Mantovano, altri delitti non corrispondono alle classiche liti finite male. Basti pensare al benzinaio ucciso con un colpo in testa a Cerveteri durante una rapina, all'omicidio di Simone Colaneri a Primavalle, all'assassinio di Carlo Ciufo a Corcolle, a Fabio Simmi crivellato in Prati o a Raffaele Cohen accoltellato a morte nell'androne del suo palazzo al Nomentano. In tutti questi casi non si è trattato di liti tra bulli finite male. Allora cosa fare per garantire più sicurezza? Tra le prossime tappe, c'è la stesura del terzo Patto per Roma sicura che sarà pronto entro ottobre. Alemanno lo ha definito lo strumento per avere «un controllo integrato del territorio facendo in modo che si possa avere una mappa del rischio sempre aggiornata». Nei prossimi giorni gli occhi saranno puntati sulle manifestazioni in città. Un problema mai risolto: il piano per regolare i cortei non è mai stato presentato. Per Alemanno bisogna evitare si sottrarre agenti al controllo del territorio. È d'accordo anche il prefetto Pecoraro il quale ha già chiesto più uomini al Viminale: «Il rischio è che rimangano scoperte aree della città». Il 6 settembre, in occasione dello sciopero generale indetto dalla Cgil, in città ci saranno tre manifestazioni e due cortei (un presidio Fiom in piazza Navona e il corteo Cobas). Il 10 e 11 settembre sarà la volta delle iniziative del popolo Viola, il giorno dopo la manifestazione dei grillini. Mantovano pensa soprattutto al mantenimento dell'ordine pubblico: «Siamo molto preoccupati per le manifestazioni che si svolgeranno nella capitale nelle prossime settimane. Il diritto a manifestare è nella Costituzione, in cui però è specificato che va esercitato pacificamente. L'esperienza degli ultimi mesi è fonte di preoccupazione». Frase che ha sollevato l'ira della Cgil: «È difficile comprendere le preoccupazioni di Mantovano. Se è in possesso di informazioni particolari, ce le comunichi - ha detto il segretario Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino - «Le manifestazioni promosse dalla Cgil sono sempre state pacifiche. Quella di Mantovano è una polemica gratuita: non vorremmo servisse a coprire le deludenti risposte sulla sicurezza in una città che sta diventando sempre più violenta e insicura, di certo non a causa delle manifestazioni, ma semmai delle infiltrazioni mafiose».