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La dipendente senza controlli per troppi mesi

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Iquattro dirigenti sono stati ascoltati dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, il quale vuol far luce sulle procedure di controllo della salute dei dipendenti messe in atto dal Policlinico Agostino Gemelli. Al momento i bambini che risultano positivi ai test della tubercolosi sono cinquantadue. Ai dirigenti del nosocomio romano, Frisani ha chiesto di spiegare quali sono le visite alle quali sono sottoposti i dipendenti, con quali meccanismi e cadenze. In particolare gli inquirenti vogliono anche chiarire se chi lavora in reparti «delicati» come il neonatale, dove è avvenuto il contagio, è soggetto a specifici controlli. Intanto, secondo quanto è emerso da un'informativa dei Carabinieri del Nas inviata al procuratore aggiunto Frisani, l'infermiera affetta da tbc è risultata essere vaccinata per la stessa tubercolosi ma in tempi recenti non era stata sottoposta a visite. Gli stessi militari hanno consegnato in Procura il materiale documentario che era stato sequestrato al Policlinico Gemelli e sarà ora al vaglio degli inquirenti: cartelle cliniche, elenco del personale e dei turni di lavoro. L'inchiesta al momento non ha ancora indagati e il fascicolo aperto in Procura è senza ipotesi di reato. A piazzale Clodio, fino a ieri, non sono arrivate denunce da parte dei familiari di bambini risultati positivi ai test mentre nei prossimi giorni l'infermiera sarà convocata per essere ascoltata. Per ora è ricoverata all'ospedale Spallanzani, sta bene e sta continuando le cure (anche se dimessa, prima di sei mesi dalla guarigione non potrà comunque tornare al lavoro). Gli inquirenti, dunque, stanno cercando di mettere nell'ordine corretto i pezzi del puzzle. Sono i tempi di reazione del Policlinico a essere sottoposti a indagine. Ciò che sappiano è che l'infermiera di 38 anni, residente a Roma ma diplomata alla Scuola di infermieri professionali «Dina Orsi» di Conegliano (provincia di Treviso) e iscritta alla Federazione degli infermieri di Trapani, lavorava al Policlinico Gemelli nel reparto di Neonatologia. L'ultimo giorno di lavoro è stato il 25 luglio. Due giorni dopo, il 27 luglio, la donna si è fatta visitare al pronto soccorso. È in quel momento che i medici hanno scoperto la malattia. Così, il 28 luglio, è stata informata la Asl RmE e la Regione. Viene deciso di formare un'unità di crisi (verrà poi ribattezzata «di coordinamento») il primo agosto. L'unità ha quindi studiato il numero di neonati da controllare. Gli incontri dell'8 e del 10 agosto hanno infine definito il piano d'emergenza: ci sono 1271 nati al Gemelli tra marzo e luglio da sottoporre ai test sulla tubercolosi. Il 16 agosto la Asl RmE ha iniziato a chiamare i familiari e li ha convocati, due giorni dopo sono iniziati gli esami che, una settimana pià tardi, sono stati estesi anche ai nati di febbraio. Fab. Per.

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