Due morti per la conserva
Diecigiorni dopo la tragedia alle porte di Zagarolo, dove la tradizionale preparazione della conserva di pomodoro si macchiò di sangue per l'esplosione di una bombola di gas che mandò all'ospedale sei persone, quel mezzogiorno di fuoco provoca le prime vittime. Oltre ad Alessio Serafino, 35 anni, guardia giurata, è infatti morto anche il padre Vito, di 61 anni, anch'egli rimasto gravemente ustionato dall'esplosione della bombola, che era allacciata troppo vicino al pentolone dove stavano bollendo le bottiglie di conserva sul retro della casa di campagna. I due romani, che vivevano Roma in zona Casilina, erano ricoverati all'ospedale Sant'Eugenio, dove sono tuttora in prognosi riservata, con ustioni di primo grado su gran parte del corpo, sia la moglie 61enne di Serafino che l'altro figlio di 34 anni. Anche l'anziana nonna, una pensionata zagarolese di 89 anni, è ricoverata (ma all'ospedale Cardarelli di Napoli), con ustioni di secondo grado. Le stesse riportate anche dalla 74enne proprietaria della casa di via Colle Villa, dove è avvenuto l'incidente. È rimasto indenne solo il proprietario, il 77enne che fortunatamente si trovava dall'altra parte della casa. L'anziano era rientrato lasciando gli altri sei intenti nella preparazione delle passate di pomodoro. I più giovani erano vicini ai fornelli, mentre le anziane stavano triturando i San Marzano da imbottigliare. L'andirivieni per il passaggio di barattoli e bottiglie, però, deve aver inavvertitamente fatto avvicinare il bruciatore alla bombola, provocando una fessura verticale lungo il contenitore del gas, con la fuoriuscita e la conseguente esplosione. Intanto la Procura di Tivoli ha aperto un'inchiesta dopo aver ricevuto l'informativa dei carabinieri di Palestrina.