Dolore e lacrime ai funerali di Edoardo Sforna
"In Italia chi uccide viene lasciato in libertà senza che venga preso alcun provvedimento". Lo scriveva Edoardo Sforna in un compito in classe, due anni prima di essere assassinato da un killer ancora senza volto. Frasi di un vecchio tema, ritrovato dal suo professore di religione, che suonano in modo sinistro a una settimana dall'omicidio feroce e al momento senza spiegazioni del diciottenne romano. Il funerale di "Dodo" ha raccolto oggi centinaia di persone fuori e dentro la piccola chiesa di San Matteo, a Morena, periferia della capitale. A poca distanza dalla casa del ragazzo e non tanto lontano dal luogo dove è stato ferito a morte, davanti alla pizzeria per la quale lavorava come fattorino. Palloncini e fiori, tantissimi ragazzi, numerosi volontari della Croce Rossa a fare ala al carro funebre e picchetto intorno alla bara del diciottenne, che era uno di loro. E poi il dolore dei genitori di Edoardo, Antonio e Marina, che a tratti devono consolare gli amici del figlio, molti dei quali singhiozzano senza freno. "Mi hai chiamata al telefono quella maledetta sera, volevi passare da me anche solo per mezz'ora. Ma a quell'appuntamento non sei arrivato perché qualcuno senza diritto ci ha divisi", ha detto al microfono Elisa, la fidanzata di Edoardo. Lo conosceva da 3 anni, ma solo da pochi mesi stavano insieme. Fino a martedì scorso. "Da quel momento la mia vita si è interrotta, ma con te ho scoperto cosa significa l'amore: ti amo", ha aggiunto la ragazza, quasi in lacrime. Il ragazzo è stato "vittima di una violenza incomprensibile" secondo padre Josè Manuel Ballesteros, parroco spagnolo di San Matteo. Incomprensibile anche per gli investigatori, per il momento, che non hanno ancora imboccato una pista decisa per l'omicidio. Restano in piedi, con uguale peso, sia l'ipotesi di una lite occasionale - magari nel traffico - che per l'assassino diventa il movente del delitto, sia che Edoardo fosse venuto in contatto con un giro più grande di lui, un giro pericoloso. I carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati continuano a sentire e risentire familiari, amici, conoscenti e colleghi di Sforna per ricostruire quanto più esattamente possibile i suoi ultimi giorni di vita. È lì che potrebbe nascondersi la causa della fine violenta. "Non avremo pace fino a quando i criminali che hanno ucciso Edoardo non saranno assicurati alla giustizia", ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che oggi non ha potuto prendere parte ai funerali del giovane perchè impegnato a Milano nella manifestazione dei sindaci sulla manovra. "Si può disarmare la paura parlandone con gli amici e con le persone a cui si è affezionati", scriveva Dodo in quel tema del 2009. Ma non sembra che due anni dopo lo abbia fatto. Segno che non aveva paura. Non sapeva che il killer stava arrivando.