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Infermiera con la tbc al Gemelli Codacons: il marito è un collega

Policlinico Universitario

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Il marito dell'infermiera malata di tubercolosi è anch'egli un infermiere. Lui ha avuto la tbc nel 2004. Lei ha scoperto di essere infetta il mese scorso. Il Policlinico Agostino Gemelli precisa che l'uomo non ha mai lavorato nel nosocomio. La Regione, invece, non smentisce che l'uomo sia un infermiere e lavori in un ospedale. La notizia l'ha data per primo il Codacons che, dopo aver presentato in Procura un esposto, ora lancia l'attacco frontale alla Regione Lazio: «Lo scandalo della tbc si ingrossa. Tra silenzi imbarazzanti e mezze ammissioni, inizia a emergere un quadro ben più allarmante di quello che vorrebbe far credere Renata Polverini». Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha posto tre domande alla governatrice: «Dove lavora come infermiere il marito dell'infermiera del Gemelli? Lavorava già nel 2004, quando aveva la pleurite tubercolare? L'illustre commissione incaricata dalla Polverini deve accertare anche questo o no?». Per ora non c'è stata risposta dalla Regione. Ma probabilmente alle prime due domande risponderà oggi proprio il Codacons che già chiede di controllare «tutte le migliaia di bambini e genitori che hanno frequentato ospedali e reparti in cui i soggetti infetti hanno prestato servizio». Se il marito dell'infermiera aveva realmente, nel 2004, la pleurite polmonare «significa - ha spiegato Rienzi - che la tbc addirittura dai polmoni, dove si trovano normalmente i bacilli, si era diffusa anche nella pleura. La tbc alla pleura dimostra la forte aggressività della malattia, molto contagiosa. Erano, quindi, sette anni che la situazione era a rischio. Sarebbe bene che la Polverini, quindi, confessasse dove lavorava anche il marito dell'infermiera, prima che lo facciamo noi», ha detto il presidente del Codacons. Intanto ieri l'unità di coordinamento che sta gestendo il caso-tbc al Gemelli si è di nuovo riunita, diramando il bollettino giornaliero. Ci sono altri cinque bambini risultati positivi ai test. Non sono malati, ma sono venuti a contatto con il micobatterio. Le famiglie sono state avvertite e torneranno con i loro piccoli in uno dei tre ospedali (Gemelli, Bambino Gesù, San Camillo) per nuovi controlli al torace e dar via alla profilassi. Di questi cinque, quattro sono femmine e uno è maschio. Due sono nati nel mese di giugno, uno a luglio, uno ad aprile e uno a febbraio. Fino a ieri sono state effettuate 1.058 visite, di cui si conoscono 829 risultati. In totale, per ora, i bambini positivi al primo esame dei medici sono 57, con una media del 7 per cento. Oggi sarà l'ultimo giorno di visite nei tre ambulatori della Capitale. Saranno esaminati altri 136 casi. Poi, a fine settimana, arriverà il bilancio totale dei positivi ai test. In attesa di sapere se bisognerà, per precauzione, aumentare il numero di persone a rischio tbc da controllare perché venute a contatto con l'infermiera. O con suo marito.

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