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«Porterò i disabili in piazza ma non taglierò i servizi»

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Velo immaginate il sindaco di Roma Gianni Alemanno a guidare la rivolta dei disabili davanti a Palazzo Chigi? Eppure lo ha promesso. «Se i tagli agli enti locali non verranno cancellati dalla manovra per il risanamento del bilancio dello Stato dovremo portare davanti a Palazzo Chigi i disabili e le persone che vanno alla mensa della Caritas». Perché saranno loro a rimetterci. «Roma avrà 270 milioni in meno - ha spiegato ieri Alemanno, a Milano nel corteo anti-manovra organizzato dall'Anci, l'associazione dei comuni italiani - L'impatto sarà devastante. I soldi che mancheranno peseranno su sanità, mobilità e servizi sociali». Per controbilanciare i tagli il Campidoglio dovrebbe aumentare a dismisura le imposte comunali, a partire da quella sull'immondizia. Ma non vuole farlo. Per scongiurare la débacle finanziaria, Alemanno è pronto a scendere in piazza. Finché i tagli alla spesa per gli enti locali non verranno depennati. Visto che al momento potrebbero essere soltanto ridotti. Per timore che la protesta dei sindaci monti? Chissà! «I Comuni non hanno paura - ha sottolineato Alemanno - Hanno mille anni di vita e ne hanno altri mille di fronte a loro». La dichiarazione di guerra del sindaco ha però scatenato una ridda di polemiche. Inevitabile. «La presa di posizione del sindaco Alemanno non convince», scrive Gianluca Peciola, consigliere provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà. «Ricorda la promessa, non mantenuta, di «buttar giù» i caselli se avessero messo il pedaggio sul Raccordo Anulare». «Alemanno con i sondaggi suoi e del Pdl in picchiata, pensa di rifarsi una nuova immagine», dichiara il segretario del Pd a Roma Marco Miccoli. «Non può avere il piede in due staffe, stare al governo e fare il contestatore», rincara la dose il consigliere regionale del Pd Enzo Foschi. «Alemanno chiede di cambiare la manovra? Bene! Allora sostengauna patrimoniale vera e aumenti l'Ici sulle case sfitte», propone Fabio Nobile, segretario romano del PdCi. Intanto Roma resterà in «mobilitazione permanente» con i Comuni ribelli finchè non saranno accolte le richieste dell'Anci, che oggi proprio nella Capitale tornerà a riunirsi per decidere il piano di una lotta che si annuncia dura e senza esclusione di colpi. I Ribelli minacciano l'interruzione del servizio anagrafico delle ordinanze urgenti.

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