La disfatta estiva dei 300
DamianaVerucci Riparte il commercio capitolino dopo la pausa estiva, ma circa trecento negozi resteranno con le saracinesche abbassate, sconfitti dalla crisi. È il triste dato della Confesercenti di Roma e Lazio che da gennaio di quest'anno a giugno ha contato un migliaio di chiusure, di cui 150 soltanto in Centro e che negli ultimi tre mesi, da giugno a fine agosto, stima saranno altri 300 i negozi che non riprenderanno l'attività. «Purtroppo la crisi sembra non dare tregua a questo settore - spiega il Presidente Valter Giammaria - il problema è che i consumi non ripartono perché le famiglie hanno sempre meno soldi da spendere e la prima spesa che sacrificano è quella destinata all'abbigliamento». Con i negozi che chiudono vanno via altri posti di lavoro, «600 occupati in meno in tre mesi considerato che di media a Roma lavorano due dipendenti ogni esercizio». Un'estate amara, dunque, nonostante il sacrificio di molti commercianti di non chiudere ad agosto, approfittando del maggior numero di persone rimaste in città. Sempre la Confesercenti ha calcolato che a restare aperti questo mese sono stati circa il 60% di negozi, e anche per il ponte di Ferragosto, quando in genere quasi il 90% degli esercizi chiude per ferie, almeno il 10% in più dello scorso anno non è andato in vacanza. Una buona notizia per i cittadini, ma amara per chi lavora nel settore abbigliamento. Chi è rimasto aperto ha cercato di dare via i prodotti estivi continuando a praticare anche dopo i saldi ribassi sulla merce in vendita. Ma anche chi riaprirà stamattina (vale a dire il 95% di chi è andato in ferie), avrà ancora esposto in vetrina l'abbigliamento estivo accanto ai nuovi arrivi. «I negozianti cercano di dare via quello che è rimasto in magazzino - spiega Giammaria - anche perché è abbastanza logico che fino a quando farà questo caldo si venderà poco e niente della nuova stagione». Dunque altre settimane dure per i commercianti che non possono ora fare altro che sperare nel freddo e nella pioggia.