Dalla Regione un aiuto per proiettare in 3D
Di fronte ai conti di bilanci, manovre e crisi, è passato in secondo piano uno degli strumenti che, al contrario, proprio in un periodo difficile per lavoro ed economia può offrire una rara opportunità di sviluppo. È la legge sul cinema, varata dalla giunta Polverini e che a settembre arriverà all'esame finale del Consiglio regionale. Un'occasione importante per rilanciare un settore strategico nell'economia laziale e capitolina. Non si tratta di un «ritorno al passato» con nostalgici riferimenti alla Dolce Vita, ma piuttosto ispirarsi alla maestranza e alla produzione cinematografica italiana che ha fatto e può continuare a fare la storia del cinema. Per questo occorre guardare al futuro e cioè alle nuove tecnologie. «Personalmente m'impegnerò affinché nella legge sia rivolta un'attenzione particolare a chi vorrà investire nelle nuove tecnologie con particolare riferimento al 3D - dice Antonio Paris, consigliere regionale del Gruppo Misto -. Il nostro Paese deve colmare il gap nel settore cinematografico che si è drammaticamente generato negli ultimi anni e che non fa onore invece alla notevole tradizione del nostro cinema. L'Italia, infatti, e nello specifico la città di Roma è un'eccellenza assoluta a livello mondiale nel campo cinematografico». I dati di Cinencittà non mentono: oltre 3000 film girati, 90 candidature agli Oscar e 47 trionfi decretati dall'Academy. «Questa eccellenza la stiamo perdendo - continua Paris - ormai i film vengono girati negli Studios di Los Angeles con tecnologie che i nostri cinema sono in grado di recepire con grandissima fatica. Il 3D è ormai il "padrone" del botteghino e solo fenomeni in 2D come Checco Zalone sono riusciti a contrastare. Ma sono episodi sporadici e sempre più rari. Anche da un punto di vista di incassi, visto il costo più elevato del biglietto al pubblico, un minor numero di spettatori paganti garantisce all'esercente, e quindi a pioggia al produttore e al distributore, un incasso più elevato. A questo si aggiunge che le sale in 3D ben attrezzate nel nostro Paese scarseggiano e spesso sono "invase" da prodotti stranieri. I pochi, e lungimiranti, produttori italiani che decidono di girare un film in 3D, spesso si trovano a cozzare contro il bassissimo numero delle sale che hanno a disposizione tecnologie per riprodurre in sala questo prodotto». La nuova legge che ha come obiettivo proprio quello di rilanciare il settore del cinema non potrà non tener contro della catena produttiva, fino alle tecnologie in uso nelle sale nostrane. «È necessario un piano di ristrutturazione delle sale cinematografiche italiane - conclude Paris - affinché in un breve periodo di tempo queste possano, tutte, attrezzarsi delle tecnologie adatte a supportare il progresso ottenuto da parte delle produzioni americane. Cosa sarebbe accaduto se le sale avessero boicottato il sonoro una volta che si passò dal film muto a quello parlato? Rifiutare il progresso, o peggio ancora essere impossibilitati ad assecondarlo, è solo il sintomo di una morte prematura».