Addio sale storiche
C'erano una volta l'Holiday, il Gioiello, il Rivoli, il Capranica. E ancora, il Rialto, Rouge et Noir, l'America, il Paris e l'ultimo in ordine temporale, quello la cui chiusura ha suscitato più proteste e fatto scalpore, il Metropolitan, storica sala cinematografica capitolina in via del Corso, unica a proiettare film per i non udenti. Tutti cinema, oggi, che non ci sono più. Alcuni a causa della crisi, altri soppiantati dai multisala e dalla tecnologia digitale, altri ancora sacrificati a grandi store commerciali. Fatto sta che, accanto ai recenti dati della Siae che mostrano il lato fortunato del settore cinematografico romano, con 300 schermi tra sale tradizionali, multisale, cityplex e multiplex, contro gli 80 solo per fare un esempio di Milano, e circa 2 mila occupati, c'è quello delle chiusure degli ultimi anni che hanno coinvolto quasi esclusivamente le sale storiche e i monosala, segno di un'industria cinematografica in profonda trasformazione. Quattordici le strutture che hanno chiuso i battenti negli ultimi dieci anni, altre decine a rischio, e altri ancora, come il Giulio Cesare, il Fiamma e il Barberini, che si sono segmentate e riconvertite ad un'offerta di qualità sperando, per non scomparire anche loro, di riuscire ad intercettare la fascia più giovane di pubblico, visto che gli amanti del cinema d'essai sono per lo più anziani. Le piccole sale puntano il dito contro i mega schermi. Ma è ormai un fatto che dal punto di vista industriale il rafforzamento dei grandi gruppi rischia di determinare un vero e proprio duopolio con crescente difficoltà, soprattutto, delle sale indipendenti e dell'esercizio di provincia. Quella del cinema, a Roma, è una realtà dove si scontrano da una parte le imprese multinazionali e dall'altra un diffuso tessuto di aziende a gestione quasi familiare. Con il rischio, sempre presente, che le prime provochino la scomparsa delle seconde, peraltro poco aiutate dalle distribuzioni, che il più delle volte impongono contratti capestri con minimi garantiti troppo onerosi. Così nel 2007 si è interrotto il trend di crescita dell'esercizio cinematografico romano che quasi ininterrottamente aveva caratterizzato gli ultimi cinque anni precedenti e sono iniziate le chiusure dei monosala e dei cinema che hanno fatto un pezzo di storia della capitale. Emblematico è quello che è accaduto in centro. Tra piazza del Popolo e piazza Venezia ben quattro sale hanno spento i proiettori nel giro di poco tempo: l'Etoile, il Majestic, il Capranica e il Capranichetta. Questi spazi sono riservati ora a mostre, congressi e spettacoli lirici. Anche per questo la chiusura del Metropolitan ha suscitato tante proteste: il locale è destinato ad ospitare l'ennesima galleria commerciale.