Salgono a 12 i positivi ai test
Salgono a dodici i bambini nati al Policlinico Gemelli e risultati positivi ai test sulla tubercolosi. Ieri l'unità di coordinamento che sta gestendo il richiamo di 1271 neonati, venuti alla luce tra marzo e aprile, ha comunicato che altri due sono stati a contatto con il bacillo. Ciò, come spiegano i medici, non significa aver contratto la malattia. La vicenda Il 27 luglio scorso un'infermiera del reparto di Neonatologia del Policlinico ha scoperto, dopo esser stata visitata al pronto soccorso, di avere la tubercolosi. La donna, che lavorava al nido, è stata a contatto con 1271 bimbi tra il primo marzo e il 25 luglio. Una unità di coordinamento, guidata da Regione e Asl RmE, ha così deciso di avvertire tutte le famiglie, richiamandole per un test anti-tbc. Da giovedì scorso sono iniziati i controlli, che finiranno il 31 agosto. Si fanno al Gemelli, al San Camillo e al Bambino Gesù: da ieri le visite giornaliere sono passate da 25 a 250 per dare una risposta tempestiva al problema che, nonostante la comprensibile apprensione delle famiglie, non è un'emergenza. I bimbi positivi Sono dodici (più di cento sono invece i risultati negativi). Le famiglie sono state avvertite (chi ha fatto il test e non è stato richiamato può, quindi, tranquillizzarsi) e si sono recate nuovamente dai medici per un secondo controllo toracico e per dare il via alla profilassi. I bimbi positivi non hanno sviluppato la malattia ma vanno curati e tenuti sotto osservazione per scongiurare qualsiasi rischio. C'è poi un tredicesimo caso di contagio che riguarda una bambina nata il 22 marzo al Gemelli e ricoverata per tbc al Bambino Gesù dal 25 luglio. Ma non esiste la certezza che abbia sviluppato l'infezione venendo a contatto con l'infermiera malata, ora ricoverata allo Spallanzani. Luglio mese «caldo» Su dodici neonati positivi ai test ben nove sono di luglio (due di marzo e uno di aprile). Il dato, seppur non è possibile fare una proiezione, evidenzia che i piccoli venuti alla luce il mese scorso sono i più a rischio. In tutto se ne contano 169. Ieri l'Ansa ha ascoltato una mamma e un papà con il figlio nato a luglio e che sono in attesa di essere chiamati per l'appuntamento (per ora la Regione ne ha già fissati 700). «Un'infermiera ha circolato per cinque mesi malata e nessuno se ne è accorto - hanno detto Lucio e Claudia -, è inqualificabile, insopportabile. Sicuramente siamo pronti a fare casusa». La calma dei medici Giovanni Fadda è ordinario di Microbiologia della Cattolica, direttore del dipartimento di Diagnostica microbiologica e del laboratorio di referenza per la tubercolosi della Regione. Ed è calmo: «Le famiglie devono stare tranquille, perché la tubercolosi in Italia ha una bassissima incidenza. Il problema sarebbe stato semmai se non li avessimo cercati o analizzati, ma il fatto che li si richiami indietro, li si visiti per vedere se hanno avuto infezioni o contagio è una garanzia che la sanità sta li seguendo».