Gesù in tutte le lingue del mondo
ValentinaConti Le Chiese più antiche di Roma? Il regno delle comunità immigrate, punto d'incontro dei differenti gruppi etnici. Gli stranieri se le spartiscono. Un fenomeno oggi maggiormente visibile, fra stupore dei romani e perplessità di qualche turista, non proprio cittadino del mondo, in visita per la prima volta nella Città Eterna. «Missioni d'anime» ad hoc a parte, gli extracomunitari gestiscono parecchi luoghi cristiani di culto con iniziative di animazione, ritrovandosi in orari fissi per ascoltare le liturgie nella propria lingua. Un fenomeno ad alta concentrazione nel I Municipio. A partire dalla Chiesa di San Giovanni della Malva a Trastevere: alle 17 in punto si incontra qui la comunità immigrata albanese. Liturgia eucaristica per trovarsi insieme. Stesso copione nella Chiesa di San Girolamo in via Tomacelli, meeting point del popolo croato. Al Pantheon, San Salvatore alle Coppelle è la Casa dei romeni: a ben vedere, dal 1914 ad oggi, per volere di San Pio X, è chiesa greco-cattolica romena di rito Bizantino. Celebrazioni con tanto di foglietti per seguire il Vangelo in italiano con traduzione romena a fronte. Nei fine settimana, alle 10, è sempre affollatissima. Da romeni, ovvio. Gli italiani che entrano timidamente preferiscono uscire subito dopo essersi segnati per evitare di disturbare le iniziative in corso. I romeni di rito latino si riuniscono nella parrocchia Santa Maria in Portico in Campitelli. Spostandoci nel quartiere Monti, è la parrocchia dei Santissimi Sergio e Bacco, ribattezzata «degli Ucraini», che unisce in preghiera i cattolici ucraini. All'ingresso, si è accolti da un cartello in duplice lingua che recita: «Chiesa cattolica ucraina». Non ci si può sbagliare. Messe in lingua nei feriali e festivi. A due passi da via del Governo Vecchio, in piazza Pasquino, poi, la Chiesa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo è la patria dei fedeli congolesi. Qualche sabato fa, gli italiani che volevano visitarla si sono trovati davanti uno spettacolo improvvisato di canti e danze con tamburi battenti, orchestrato da uomini e donne con in testa coloratissimi turbanti. Insolito per una chiesa, ma comunque suggestivo. Alle liturgie in programma, non c'è, però, spesso nemmeno qui traccia di romani. Come nell'appartata e antichissima Chiesa di Sant'Ambrogio della Massima nel ghetto ebraico: qui, tra santini e icone, si radunano i nigeriani devotissimi a Saint Cyprian Michael Iwene Tansi, che fa proseliti anche in un gruppo aperto su Facebook. A due passi dal Parlamento San Nicola di Bari ai Prefetti, in stato di restauro da mesi, è rifugio di malcapitati di varie nazionalità. I libanesi si radunano a Santa Maria in Campo Marzio, i ghanesi presso la Basilica di Sant'Anastasia al Palatino, gli ecuadoregni a Santa Maria in Via.