Cinque casi di Tbc a Roma
La Procura apre un'inchiesta
Una bambina di 5 mesi è ricoverata dal 15 luglio all'ospedale Bambino Gesù malata di tubercolosi. Si chiama Serena ed è nata il 22 marzo al Policlinico Agostino Gemelli di Roma. È il primo caso sospetto (su 1270 a rischio) di contagio di tbc legato alla malattia dell'infermiera che ha lavorato tra marzo e luglio nel reparto di Neonatologia del Policlinico. La piccola è in buone condizioni ed è nell'ospedale assieme ad altri quattro pazienti con la tbc. Che ci sia una relazione tra lei e l'infermiera è plausibile. Ma «non c'è ancora alcuna certezza», spiega il responsabile del reparto di Neonatologia del Gemelli, Costantino Romagnoli. «Per avere conferme serviranno test ad hoc, individuare il Dna e il genoma dei bacilli. Ci vorrà del tempo e pazienza». Stop alle psicosi, dunque. Anche la governatrice del Lazio, Renata Polverini, a margine della riunione dell'unità di crisi, costituita per affrontare il problema, spiega: «Non bisogna creare allarmismo, perché non c'è nessun allarme. La situazione è sotto controllo, bisogna stare tranquilli. Le procedure messe in campo - spiega la Polverini - sono quelle che si richiamano anche ai codici internazionali. La tbc è una malattia che oggi, nel caso venisse riscontrata, si cura con assoluta normalità». Le parole della governatrice sono rafforzate dai dati che emergono dalla prima giornata di test anti-tubercolosi, effettuati al Policlinico su 25 bambini. Genitori e figli si sono recati in un ambulatorio aperto per l'occasione e sono stati rassicurati dai medici. Poi i piccoli si sono sottoposti agli esami e nessuno (ma i risultati definitivi arriveranno tra 48 ore) sembra aver contratto la malattia. «Il rischio di infezione è molto basso - racconta il dottor Enrico Zecca - ma trattandosi di neonati vogliamo usare la cautela. In ogni caso, anche se dovessero presentarsi dei casi positivi, saremmo all'anticamera dell'anticamera della malattia». I test proseguiranno anche oggi con altri 25 bimbi. E così per tre mesi fino al controllo di tutti i 1270 casi. I genitori che ieri hanno lasciato l'ambulatorio esprimono preoccupazione per i propri piccoli e riconoscenza per la struttura che si è attivata per gli esami, ma anche sdegno per la mancanza di test specifici contro la tbc. Difatti la normativa non prevede un controllo obbligatorio per medici e infermieri (tranne casi specifici) e il vaccino contro la tubercolosi è abrogato. Il punto, in merito, lo fa anche anche il senatore del Pd presidente della commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, Ignazio Marino: «In Italia ogni anno sono notificati al ministero della Salute 5 mila nuovi casi, ma il dato potrebbe essere sottostimato poiché non tutti vengono diagnosticati. Ecco perché un impegno della politica è urgente: c'è bisogno di fondi e di un sistema di sorveglianza e allarta efficiente ed efficace». Marino spiega che «non vanno sottovalutati i controlli negli ospedali e in tutti i luoghi a rischio, anche perché spesso ci imbattiamo in ceppi batterici resistenti ai comuni antibiotici».