Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

E sono tre.

Esplora:
default_image

  • a
  • a
  • a

ÈMassimiliano Aratari, operaio di 27 anni con piccoli precedenti penali. È stato arrestato dai carabinieri del Nucleo investigativo nello stesso comprensorio di Tor Cervara dove vivono anche il fratello di 26 anni Antonio, fermato martedì sera, e Carlo Nanni, il 63enne che ha confessato di aver ucciso Stefano Suriano, l'uomo che perseguitava la figlia e il resto della famiglia. I carabinieri hanno accertato che i due fratelli conoscevano da qualche mese i componenti della famiglia Nanni i quali già in passato avevano denunciato le molestie subite da parte di Suriano. Massimiliano Aratari, accusato come il fratello di concorso in omicidio premeditato, all'inizio dell'interrogatorio avrebbe cercato di negare il suo coinvolgimento nella spedizione punitiva, per poi confessare le proprie responsabilità. Massimiliano è amico della sorella maggiore dell'ex compagna di Suriano, anche lei perseguitata dallo stalker. Secondo quanto ricostruito, poco prima della spedizione al benzinaio di San Basilio, dove lo stalker è stato ucciso, ci sarebbe stato un altro raid sotto casa di Suriano al quale era stata distrutta l'auto a martellate. Antonio, il fratello di Massimilano Aratari, martedì sera si era presentato spontaneamente nel carcere di Regina Coeli dove aveva raccontato una versione dei fatti fortemente contrastante con gli elementi raccolti dagli investigatori. Aveva raccontato di aver incontrato per caso Nanni al distributore e, vedendolo picchiarsi con un uomo armato di coltello, aveva provato a difenderlo. Il giovane, nella colluttazione, è stato ferito da un'arma da taglio alla spalla e alla caviglia. Per usare le parole del colonnello dei carabinieri che li ha inchiodati, Nanni e i due fratelli Aratari possono essere definiti un vecchio da «prima Repubblica criminale» e due giovani fratelli con piccoli precedenti, paragonabili a «ragazzate». I due giovani avrebbero seguito senza timore quell'uomo che incuteva rispetto. Carlo Nanni è uno che «si assume le sue responsabilità, ma non fa i nomi dei complici - spiega il colonnello Bruno Bellini, comandante della sezione omicidi del Nucleo investigativo - Nanni ha dimostrato sensibilità ed è molto legato alle figlie e ai nipoti» che erano minacciati da Suriano. I carabinieri adesso stanno cercando di capire si ci sia stato o meno un quarto complice che avrebbe preso parte all'omicidio. Allo stesso tempo stanno valutando la posizione di alcune persone legate alla famiglia Nanni che potrebbero aver favoreggiato i componenti del raid punitivo. Intanto, i sommozzatori dei carabinieri continuano a scandagliare il fondale dell'Aniene per trovare il coltello con cui è stato ucciso lo stalker. Dar. Mar.

Dai blog