E gli immigrati riportano a casa i guadagni in nero
Sonopiccoli imprenditori cinesi, africani, libanesi, immigrati legalmente in Italia ma che illegalmente si riportano a casa i soldi guadagnati. Lo sanno bene i doganieri del Servizio antifrode che all'aeroporto di Fiumicino in sette mesi hanno recuperato due milioni 361mila euro che stavano per prendere il volo verso lidi lontani. Nascosti nel doppiofondo di valigie, cuciti negli zaini, infilati nella fodera di giacche e giubbetti. Denaro contante, in banconote di grande taglio e ovviamente esentasse. Gli immigrati che hanno fatto fortuna a Roma, a Roma non investono. Paura della crisi economica che sta strangolando l'Italia? Chissà! Di certo c'è che i guadagni preferiscono portarseli nei paesi d'origine. L'ultima ad essere fermata, due giorni fa, è stata un'imprenditrice tanzaniana con 520mila euro nascosti nello zaino. I doganieri l'hanno bloccata mentre stava per imbarcarsi alla volta di Dar Es Salaam. Alla domanda se avesse valuta da dichiarare l'avvenente imprenditrice ha risposto con un secco «no». I funzionari dello Svad, insospettiti, hanno perquisito il bagaglio a mano. E, in una tasca cucita artigianalmente nello zainetto zeppo di creme e profumi, sono stati rinvenuti i soldi frodati al Fisco. Sono così stati sequestrati 204mila euro, come previsto dall'attuale normativa valutaria che per le violazioni di importo superiore a 250mila euro non consente l'utilizzo dell'istituto dell'oblazione. Prima di lei è toccato a due commercianti libanesi che stavano partendo per Beirut uno con 250mila euro in valigia e l'altro con e uno 155mila nascosti negli abiti. E prima ancora, ad essere fermati dalla Dogana, uno stuolo di negozianti cinesi, pronti ad esportare illegalmente il denaro guadagnato vendendo ninnoli a bassissimo prezzo nella Capitale, spiazzando i commercianti romani, seducendone la clientela, per poi non investire quasi nulla nella Città Eterna. «Il flusso di cinesi che riportano in patria valuta europea è iniziato una decina di anni fa - spigano alla dogana del Leonardo da Vinci - Ora si vanno aggiungendo altre etnie. Ma non bisogna dimenticare che ci sono pure tantissimi italiani a far volare denaro «non dichiarato» all'estero». Verifiche aumentate anche al porto di Civitavecchia sulle navi dirette in Tunisia. Perché, pare, che i controlli in aeroporto stiano facendo sperimentare altri percorsi ai contrabbandieri di valuta. Ale. Zav.