Anziani e truffatori Ecco come difendersi

«Salvesignora, suo figlio ha acquistato un computer e ha detto di rivolgerci a lei per il pagamento». L'uomo è distinto, gentile, premuroso e parla un italiano impeccabile. Passa all'anziano il suo cellulare e gli chiede se vuole parlare con l'acquirente del costoso pc. All'altro telefono c'è un complice recita la parte del parente stretto e simula una conversazione gracchiante e disturbata, confermando l'operazione. A questo punto il «rivenditore» ambulante si fa consegnare 2000 euro dalla malcapitata, che ovviamente non riceverà mai l'oggetto comprato, e poi si dilegua nel nulla. Anna è stata truffata così. E se il suo è un nome di fantasia, la storia che vi abbiamo appena raccontato è autentica. Come lei sono centinaia i membri della terza età vittime di «benefiche» imbroglione, falsi assistenti sociali e ladri armati di narcotici. Spesso, per evitare i rimproveri dei familiari e non essere considerati incapaci di intendere, i poveretti non sporgono neppure denuncia. E subiscono in silenzio il danno materiale e psicologico. Per questo le «pantere grigie» e altre fasce deboli sono state inserite dalla Questura nel piano per la sicurezza estiva, con particolare attenzione al Ferragosto. «Le tecniche sono simili ma fantasiose - spiega il dirigente del commissariato Esquilino Rossella Matarazzo, che ha partecipato a numerosi incontri nei centri anziani e nelle parrocchie - Oltre a quella del computer, c'è quella dell'Italgas. Gli addetti posticci si presentano dicendo che c'è una problema alla conduttura del metano e chiedono alla vittima se per caso ha dell'oro in cassaforte. Perché, aggiungono, quel metallo interferisce negativamente con il gas naturale. Quindi chiedono di vedere il forziere e approfittano di un momento di distrazione per arraffare il bottino. Oppure - continua Matarazzo - c'è l'extracomunitario che ha vinto sette milioni di euro al superenalotto ma è clandestino e non può ritirare la vincita. Così "offre" il fortunato biglietto a soli 4000 euro. Un complice italiano, spuntato per caso, confermerà che quelli sono i numeri buoni». Morale? Non aprire la porta agli sconosciuti, chiamare sempre, in caso di dubbio, il 113 o il 112, non dare informazioni sui propri familiari e, infine, non fare mai da soli grossi prelievi in banca o al bancomat. E non vergognarsi di denunciare la truffa. Subirla non è un segno di demenza senile ma spesso di buona fede e di un grande cuore.