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Il giro di poltrone Atac spacca maggioranza e opposizione

Carlo Tosti, nuovo amministratore delegato di Atac

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Ufficialmente sono in pochi a parlare (e a sapere). Ufficiosamente quanto accaduto con la determina del 9 agosto firmata dall'Ad Carlo Tosti sulla riorganizzazione della macro struttura Atac, ne parlano tutti. Le nuove nomine, o meglio il nuovo assetto delle dirigenze interne segna un diverso equilibrio politico nella maggiore azienda capitolina. Un quadro che rafforza, per alcuni aspetti, la composizione del Cda e che vede non un'alleanza ma un «patto di non belligeranza» tra Alemanno e una parte del Pd. A pagare il prezzo più alto dell'organizzazione decisa, sembrerebbe, senza informare o consultare il consiglio di amministrazione, una parte degli ex azzurri e degli ex An. I più «sorpresi» risultano infatti gli esponenti vicini ai coordinatori regionale e romano, Piso e Sammarco e all'ex assessore regionale ai Trasporti, Francesco Aracri. Anche ieri a tornare sulla vicenda il presidente della commissione Mobilità capitolina Cantiani, che ricorda la perdita di 2 milioni di Km di Atac e Ugo Cassone che chiede la convocazione della commissione capitolina per fare chiarezza. E se alcuni consiglieri del Pd il giorno dopo insistono sulla guerra delle correnti all'interno del Pdl, mentre il capogruppo capitolino Umberto Marroni chiede chiarimenti su «metodo e merito», altri misteriosamente tacciono. Una partita ancora tutta aperta quella interna al maggiore partito dell'opposizione e candidato a "riprendersi" la Capitale. Il segretario romano Marco Miccoli tornerà a chiedere con forza, a settembre, le dimissioni dei componenti dei Cda delle aziende capitoline di riferimento del Pd. E lo fa a soli due giorni dalla nomina di Teresa Fasoli nel Cda dell'Ama, proprio in quota Pd. Una mossa questa che ha provocato la reazione durissima dei tre consiglieri lettiani Panecaldo, Stampete e Di Stefano che hanno considerato Miccoli delegittimato proprio per aver detto: «non faremo alcun nome e non parteciperemo a nessuna trattativa con Alemanno e decideremo i criteri all'interno del partito ai primi di settembre». Insomma, come dice l'esponente del Psi, Atlantide Di Tommaso in merito alla vicenda Atac e alle spaccature interne di Pd e Pdl «Se Atene piange, Sparta non ride». E il leader de La Destra, Storace avverte: «L'Atac non è il giocattolo del Comune, smettetela di massacrarla».

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