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«Le assicurazioni non pagano più»

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EricaDellapasqua Troppi colpi, un lungo rosario di furti e rapine, e l'assicurazione non copre più. I gestori del bar, uno dei più frequentati di Cerenova, si sono rassegnati, si «arrangiano» affidandosi a saracinesche rinforzate e lucchetti grandi come una mano. E, come loro, tanti altri. Così, dopo l'ultimo agguato al distributore sfociato in tragedia, la cittadina si unisce al lutto della famiglia Cuomo, ma insieme ammonisce: «Qui non ci sono i controlli, le rapine sono all'ordine del giorno, i segnali per evitare questa fine c'erano tutti». Colpi a ripetizione, praticamente ogni mese, ciò che spiegherebbe del resto anche la reazione del benzinaio morto, esasperato da quei malviventi che battevano cassa per l'ennesima volta. Cerenova è stotto sotto choc per la sparatoria quindi, non per la dinamica, perchè qui – parola di residenti ed esercenti – di gente armata se ne vede spesso. E molte attività sono a rischio assicurazione: «Alcuni esercenti si devono pagare i danni da soli, sono esasperati», conferma Enzo Musardo, tra i fondatori dell'associazione Cerenova-Campo di Mare; la frazione dove perfino la gelateria del centro commerciale è provvista di telecamere e dove la titolare del minimarket che, durante la giornata, svuota spesso la cassa, chiama qualche familiare al momento della chiusura: «Sono venuti diverse volte – allarga le braccia la signora Graziella - dopo l'ultima rapina, mi hanno minacciata con un coltello, abbiamo messo le telecamere, ma la paura resta». Accanto al suo negozio c'è la Posta, prima dell'installazione del sistema di videosorveglianza più volte nel mirino dei malviventi: «Ci sono stati diversi colpi – spiega Carmela, la direttrice della filiale – anche qui abbiamo visto gas esplosivo al bancomat e pistole, ma da un anno ci siamo attrezzati e ci sentiamo più sicuri». In «assetto bunker» anche abitazioni private, le visite in appartamento confermano il primato più temuto: «Io stesso ho subito una rapina, li avevano trovati ma senza documenti, quindi sono stati rilasciati», aggiunge Vittorio. Con gli occhi aperti, infine, gli altri benzinai della zona: «Fortunatamente non ho mai avuto problemi – incrocia le dita Gennaro dal distributore Ip sull'Aurelia – ma io sto molto attento: la sera con me c'è sempre un ragazzo». Insomma, dopo la rapina resta la paura. Insieme ai mazzi di fiori, lasciati da parenti e conoscenti di Mario Cuomo al distributore di benzina, «per una persona speciale», recitano i biglietti. Sulle saracinesche abbassate al bar del Pozzo ed all'edicola a fianco, attività queste gestite dai figli di Mario, Alessandro e Andrea, il cartello «chiusi per lutto». E tanti carabinieri, che ieri pattugliavano la zona: «Magari fosse sempre così!», conclude sarcastico Sandro.

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