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I benzinai chiedono più sicurezza

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Dopola rapina mortale i gestori dei distributori di Roma e provincia scendono sul piede di guerra. «L'ennesima rapina ai danni di un impianto di carburante, questa volta conclusasi tragicamente con l'uccisione di un collega, alla famiglia del quale va tutta la nostra affettuosa vicinanza, deve far seriamente riflettere - fa sapere il presidente della Federazione italiana gestori impianti stradali carburante (Figisc) di Roma e provincia, aderente a Confcommercio, Maurizio Micheli - Non è più possibile rimandare, infatti, ciò che noi gestori chiediamo da tempo: ossia una ristrutturazione delle pompe di benzina. Non possiamo più tollerare che un tragico avvenimento, come quello accaduto ieri, resti solamente un fatto di cronaca». La Faib, la federazione dei benzinai della Confesercenti esprime il cordoglio di tutta la categoria alla famiglia del benzinaio ucciso e di suo fratello, gravemente ferito. E aggiunge: «Non si può morire per strada, colpiti da malviventi che hanno scelto di rapinare un distributore considerato come un facile bancomat. Non si può perdere la vita per pochi centesimi al litro che si guadagnano. Da troppo tempo chiediamo misure di difesa passive che vanno rese obbligatorie, che si abbattano i costi delle carte di credito per ridurre il danaro sostituendolo con pagamenti effettuati attraverso i borsellini elettronici, che le gestioni siano assicurate a tutela dell'incasso», chiede Franco Iorio, presidente Regionale e vicepresidente nazionale della federazione e che conosceva personalmente la vittima. «Da tempo nostri colleghi hanno denunciato rapine e tentativi di furto che recentemente si sono intensificati - conclude Iorio - Occorre fare presto, assicurare alla giustizia i criminali e occorre che gli strumenti di difesa passiva, con telecamere, casseforti con apertura a tempo, collegamenti in teleallarme con le forze dell'ordine, siano installati in tutti i distributori obbligando le compagnie petrolifere a dotarne gli impianti».

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