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Piano casa e nomine Stretta finale sulla Polverini

Il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini in Consiglio regionale

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Tra gli ultimi colpi di scena quello di ieri sera della spaccatura del Pd sull'emendamento del loro consigliere Marco Di Stefano al Piano Casa, votato da giunta e maggioranza mentre i colleghi di partito Foschi, Perilli e Lucherini hanno ritirato la propria firma all'ultimo minuto. Giornate convulse alla Pisana dove tra Piano Casa, assestamento di Bilancio, nomine aziendali e problemi (non secondari) di partito, si cerca di chiudere i lavori dell'aula entro la settimana. Così tra notti insonni, riunioni, conferenze stampa e migliaia di scartoffie si compie, da un anno e mezzo a questa parte, il primo concreto passo politico e programmatico della maggioranza regionale. Non più un atto della presidente ma il Piano Casa, scritto dal suo vice dell'Udc, Luciano Ciocchetti e concertato per nove mesi e fino all'ultimo minuto disponibile in aula con tutta una serie di subemendamenti che definiranno, probabilmente oggi stesso con il voto finale, uno dei provvedimenti urbanistici più ingenti degli ultimi anni. E mentre l'opposizione dà battaglia nel metodo e nel merito, la maggioranza o meglio il Pdl sembra andare avanti come risvegliato improvvisamente da un sonno che sembrava perpetuo. Sempre ieri, tra un falso allarme di improvvise assenze di consiglieri di maggioranza e attacchi a ripetizione dell'opposizione, si è svolto un summit di circa due ore tra la Polverini, il coordinatore del Pdl Lazio, Vincenzo Piso, il vicario Alfredo Pallone e il coordinatore romano, Gianni Sammarco. La versione ufficiale è quella di Pallone: «Abbiamo parlato degli scenari del Pdl a livello locale, della Regione e a livello nazionale». Difficile però credere che in due ore e con un consiglio in corso a dir poco movimentato sulle basi urbanistiche dei prossimi anni e sull'assestamento di bilancio da chiudere (si spera) entro venerdì si sia parlato di Angiolino Alfano e del futuro del partito. Più facile credere che si sia discusso dei due piatti della bilancia. Da una parte il diktat della Polverini che aveva promesso di portare a casa piano rifiuti, piano casa e bilancio prima della pausa estiva (e al primo ci ha già rinunciato); dall'altra il Pdl che ha legato a questo le agognate nomine aziendali per prendere finalmente la gestione e le direttive di una Regione ancora sostanzialmente e paradossalmente in mano al centrosinistra. Il voto di oggi sul Piano Casa ci dirà se l'accordo è vicino oppure no.

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