L’ascia impugnata da due assassini
Per capire chi ha ucciso e dato fuoco ai cadavere dei due amici ad Artena è necessario individuare il possibile movente. I carabinieri stanno infatti passando al setaccio i rapporti personali dell'imprenditore Bruno Lanna e di Mario Mattozzi, trovati senza vita a cento metri dalla segheria. Soldi o raptus passionale per ora sono le piste investigative che stanno battendo i militari del Nucleo investigativo di Frascati, di Colleferro e della stazione di Valmontone, che hanno escluso che il duplice delitto sia stato commesso dalla criminalità organizzata. Sicuramente, però, a compiere il delitto sarebbero state più persone, almeno due. Un omicdio del genere, infatti, difficilmente potrebbe essere messo a segno da una sola mano, anche perché Bruno Lanna era di corporatura robusta. All'esame degli investigatori anche le parole di un testimone che ha riferito di aver notato un'ora prima del delitto, (secondo il medico legale risalirebbe alle 21) un uomo che si allontanava dalla segheria con una tanica in mano. Tra i moventi più accreditati, dunque, potrebbe esserci una lite per soldi o una motivazione passionale. Per i carabinieri, si tratterebbe di un «delitto d'impeto». Elementi utili per indirizzare gli accertamenti potrebbero arrivare anche dalle autopsie, in programma nei prossimi giorni. In queste ore i carabinieri stanno ascoltando gli operai dell'azienda di legnami di Lanna e i familiari di entrambe le vittime, per ricostruire il loro passato recente e i rapporti che in particolare Lanna aveva con i dipendenti. Per ora sono state 40 le persone ascoltate. «Era una persona buona, sempre disponibile e generosa», racconta chi lavorava da anni con l'imprenditore. Il deposito di legname dell'azienda e il campo dove sono stati ritrovati i cadaveri, che appartiene a un'altra persona, sono stati posti sotto sequestro. Le vittime, che avevano entrambe la testa fracassata, sono state uccise a colpi di ascia o di bastoni. Il duplice omicidio è avvenuto intorno alle 21 in una boscaglia poco distante dal ritrovamento dei corpi, poi trasportati in un uliveto e bruciati. Au.Par. (ha collaborato Michela Galuppo)