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Poliziotto uccide stalker in fuga

I rilievi sul Gra dove un pluripregiudicato romano è morto durante un inseguimento della polizia

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Lo stalker di Cinecittà è morto durante la fuga sul Gra. Un poliziotto ha mirato alla ruota posteriore sparando du volte: il primo proiettile si è impennato trapassando la lamiera dellla Ford Focus verde e il fianco sinistro dell'uomo, un altro è finito sul bracciolo centrale. Bernardino Budroni, 40 anni, si è accasciato sul volante. Gli agenti lo hanno soccorso, il 118 l'ha trasportato all'ospedale Pertini ma non ce l'ha fatta. Il dramma è cominciato ieri dopo la mezzanotte in via Quintilio Varo, con le minacce di Budroni alla ex, i danni nel palazzo e il tentato investimento in strada del poliziotto che gli intimava l'alt. Ed è finito in tragedia poche ore dopo sul Raccordo anulare all'altezza dello svincolo per la Nomentana, con lui in fuga e l'agente sulla volante che si sporge e fa fuoco. Ora le indagini affidate dal pm Giuseppe Orano ai carabinieri della Compagnia di Montesacro dovranno accertare dinamica esatta dei fatti ed eventuali responsabilità penali dell'operatore della volante del Tuscolano che ha premuto il grilletto: è indagato ma in servizio. La prima vittima di questa serataccia è l'ex compagna di Budroni, una quaratenne divorziata da anni e madre di un adolescente. Con lui ha fatto coppia per circa tre mesi, poi una settimana fa il rapporto è andato in pezzi. A spezzarlo pare sia stata la violenza di lui, un tipo già noto alle forze dell'ordine per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione illegale di arma. Ieri, passata la mezzanotte, Budroni è tornato sotto le finestre della ex. A modo suo. Cerca di entrare in casa con la forza, la donna si barrica spaventata assieme al figlio. Lui se ne va furioso, alcuni residenti dicono sparando tre colpi in aria con una pistola giocattolo trovata poi sotto al sedile della Ford. La poveretta teme e decide di andarlo a denunciare al Commissariato Romanina facendo sentire in viva voce ai poliziotti le telefonate sfrentate di lui che l'assilla. In ufficio arriva anche il padre, poi insieme tornano in via Quintilio. E ricomincia la paura. Sono le 4,30 circa. Bernardino Budroni è lì e solo per miracolo padre e figlia sfuggono all'aggressione fisica. Aprono il cancelletto guasto e superano il portone mentre lui li rincorre, prende a spallate il vetro fino a schiantare il maniglione di legno. I due s'infilano nell'ascensore un attimo prima che l'uomo li ferisca con un martello, sfogandosi con la porta chiusa della cabina, rimasta solcata dai segni dei colpi sferrrati a ripetizione. E ancora. Tenta di entrare passando dall'altro lato, dove c'è la guardiola del portiere piazzata in mezzo ai due edifici del comprensorio. Gli va male e spacca i vetri del gabbiotto. I vicini sentono, avvisano la polizia e lo stesso fa lei. Sul posto arriva la volante. Passa una manciata di minuti e Budroni torna. Gli si fa avanti l'agente sceso dalla volante. Gli intima l'alt. Lui spinge sull'acceleratore, tenta di investire il poliziotto e si dà alla fuga per 20 chilometri, con speranamenti fino al Gra. Anche i carabinieri vengono allertati. All'altezza dello svincolo per la Nomentana, Budroni ha una volante alle costole e una gazzella del Radiomobile davanti. I militari frenano per costringere la Ford a rallentare, i poliziotti affiancano l'auto al lato guida. L'agente mira alle ruote e spara due colpi. Budroni ferito al fianco va a sbattere contro il guadrail. La corsa della sua vita è finita.

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