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I sindacati dell'Ama non vogliono il «Cappello milanese»

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Nonè proprio un benvenuto la lettera che FitCisl, Uiltrasporti e Fiadel dell'Ama hanno inviato al sindaco Alemanno e a tutti i vertici dell'azienda che, ricordiamo, a giorni rinnoverà il consiglio di amministrazione. Confermate al momento le indiscrezioni sull'uscita di scena del presidente Clarke e dell'Ad Panzironi e l'ingresso dell'ex direttore generale dell'Amsa di Milano (l'azienda dei rifiuti del capoluogo lombardo) rimasto "disoccupato" dall'elezione di Pisapia. Una mossa ardita, quella di Alemanno che viaggia ancora nelle acque agitate del recente rimpasto di giunta e che rischia ora di innescare un'altra bomba ad orologeria. «Come è noto, un nuovo modello di organizzazione del lavoro ha modificato, dopo 15 anni, il modus operandi del personale operativo - spiega Alessandro Bonfigli della FitCisl - le esigenze del nuovo Piano industriale hanno imposto una marcia senza tappe intermedie e finalizzata al solo raggiungimento degli obiettivi. I lavoratori e le lavoratrici hanno prodotto risultati: Roma è più pulita, l'Ama è più azienda. I sindacati e i lavoratori contrasteranno con la dovuta energia e il rispetto della legalità ogni tentativo di speculazione di Ama spa e non assisteremo alla demolizione di quanto con fatica si sta facendo per migliorare il servizio». Sus. Nov.

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