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Inferno Tiburtina: aperte 3 inchieste

Disagi e caos dopo il rogo nella stazione Tiburtina di Roma

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Tre inchieste aperte per far luce sull'incendio della stazione Tiburtina che ha paralizzato Roma e rallentanto i treni in tutta Italia. Procura di Roma, Ferrovie e ministero dei Trasporti indagano per capire le cause del rogo all'edificio dove si trovava la centrale operativa andata distrutta. L'ipotesi su cui si stanno concentrando gli investigatori è che si sia trattato di un malfunzionamento o di un sovraccarico elettrico dell'impianto della centrale. Forse era difettoso. Le fiamme sarebbero nate in una conduttura nella zona seminterrata dove passano cavi elettrici. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti per incendio colposo. Il pm Barbara Sargenti, che ha chiesto il sequestro dell'edifcio, ieri mattina ha fatto un sopralluogo assieme ai tecnici di Ferrovie e dei vigili del fuoco. Parte delle indagini sono affidate al Nucleo investigativo antincendio dei vigili del fuoco, che sono costretti a effettuare i rilievi con molta cautela dal momento che l'edificio è una struttura degli anni '30 ed è pericolante. Si cercherà di capire per quale motivo l'allarme e il sistema anticendio non sono scattati dal momento che sono stati gli operatori di turno a chiamare i soccorsi non appena hanno visto il fumo che usciva dalle cabine elettriche. Nel pomeriggio invece sono stati gli esperti della commissione d'inchiesta delle Ferrovie ad ispezionare l'area. Rfi in un primo momento aveva ipotizzato che l'incendio potesse essere stato la conseguenza di un furto di rame. Ipotesi che con il passare delle ore si è fatta più debole. Anche se proprio ieri i vigili urbani hanno sequestrato un quintale di cavi rubati. Si trovavano in un container di uno slavo nel campo nomadi di via di Salone, a pochi chilometri dalla stazione Tiburtina. I tecnici delle Ferrovie dovranno capire se questi cavi sono uguali a quelli utilizzati nello scalo andato a fuoco. Il ministro Matteoli ha deciso di aprire il terzo fronte di indagini con una commissione ministeriale d'inchiesta «che dovrà accertare le cause dell'incendio». Le operazioni di raffreddamento con lo spegnimento degli ultimi focolai è finita poco dopo le 16 di ieri. Ma in tutta la zona si poteva ancora sentire un forte odore di bruciato che ha costretto i residenti a sbarrare le finestre. Intanto proseguono i lavori nel cantiere a fianco alla struttura andata in fiamme. È qui che si sta costruendo quella che è già stata chiamata la «grande stazione Tiburtina». Dovrà diventare il primo snodo dell'alta velocità del Centro Italia. In attesa, nel resto del Paese, si continua a viaggiare a bassa velocità. I disagi sono certamente più contenuti, l'Italia non è più spezzata a metà, ma restano i ritardi dei treni che arrivano da Milano, Venezia, Verona e Napoli. Con più di due ore di ritardo i vagoni in arrivo dall'estero a Roma. Soffre più di altri lo scalo romano di Termini, dove sono stati potenziati gli info-point e soppressi 21 treni. Per questo Alitalia ha deciso di potenziare del 50 per cento i voli che collegano la Capitale al resto della Penisola.

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