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In Atac le cose non vanno. B1 a rischio

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Unaparte del Pdl, quella che di trasporti se ne occupa da decenni, non è affatto convinta dell'azione del management di via Prenestina. Tanto da denunciare il rischio, concreto, della non entrata in esercizio della nuova linea B1, previsto nella tratta che va da piazza Bologna a Conca d'Oro entro la fine dell'anno. «Parliamo di un'azienda che ad oggi ha perso 4 milioni di Km/vettura e che mentre si apprestava a comprare bus contava 180 macchinette obliteratrici mancanti - dice il deputato e vicepresidente della consulta trasporti del Pdl, Francesco Aracri - La Metro B1 potrebbe non essere messa in funzione, causa la carenza di macchinisti che rischia di aggravarsi». Il Comune infatti risulterebbe impossibilitato dalla legge Brunetta all'assunzione di 70 macchinisti, quelli necessari al funzionamento in pieno regime della linea B1 che a questo punto rischia, bene che vada, ad in esercizio ridotto. «C'è poi una preoccupante assenza di una politica delle forniture - continua Aracri -. Un esempio: c'è una società con 300 addetti che da maggio ad oggi ha ricevuto 5 milioni di euro, mentre c'è un'altra società dello stesso settore con circa 800 addetti che per lo stesso periodo o poco più, ne ha ricevuti appena 2 milioni. Una politica dei pagamenti squilibrata e dubbia. Ancora: l'Atac aperta al mercato, lancia un bando per l'acquisto dei freni a cui rispondono in tre società, ma vengono ignorate. L'acquisto viene fatto presso la solita società. Nell'accordo quadro tra province e Regione Lazio sulla Mobilità, l'Atac risulta un'assente prestigiosa. Come si spiega poi l'esistenza a tutt'oggi di tre studi legali esterni a cui si appoggia l'Atac per le pratiche sul personale, appalti e pagamenti? Sul piano industriale, che a fine luglio ancora tarda ad essere rivelato in tutti i suoi aspetti, si percepisce già che è di corto respiro, senza numeri concreti tali da migliorare la qualità di servizio in termini di maggiori corse, disposizione di nuove tratte, maggiore puntualità e scarsezza comfort. Eppure mancano i macchinisti! Una profezia: esploderà tutto nel confronto con i sindacati»

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